Formazione

Pacifismo: Casini alle Acli, non tollerate i violenti

Casini a Torino: "Occorre più chiarezza anche da parte di pacifisti come Gino Strada e Alex Zanotelli"

di Paul Ricard

Il presidente della Camera Casini sottolinea il ruolo importante che le Acli svolgono nell’ambito del movimento pacifista e, pur ammettendo che “ci possano essere idee diverse sulla guerra in Iraq, sulla legittimita’ dell’intervento o sul fatto che l’Onu sia stato messo in condizione di svolgere un certo ruolo, tutto questo – ha detto Casini – fa parte dell’opinabile. Ma io quando vedo migliaia di giovani che vanno in piazza con la bandiera della pace e constatando ogni giorno una crisi politica e di ideali nel mondo giovanile, non mi sento di liquidare questa piazza con superficialita’”. Perche’, prosegue, bisogna “rispettare chi ha una idea anche se e’ contraria alla vostra e anzi preoccuparsi di chi non ne ha”. Ma ammonisce: “Non e’ possibile che gli amici di Saddam possano avere diritto di cittadinanza nel movimento della pace. E non e’ possibile che autorevoli esponenti del mondo pacifista, come Gino Strada o Zanotelli, li teorizzino perche’ niente, nemmeno un’opera straordinaria di volontariato, legittima a dare del ‘delinquente politico’ a chi in Parlamento ha fatto sull’Iraq una scelta non opposta ma che loro non accettano. Questo e’ intollerabile. Voi – ha detto rivolgendosi al movimento delle Acli – dovete essere vigilanti permanenti”. E’ il monito che il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, lancia al congresso nazionale delle Acli alle quali dice: “E’ molto importante che un grande movimento come il vostro, nel più grande fiume pacifista eserciti la leadership perché si eviti ogni indulgenza verso qualsiasi forma di violenza mascherata sotto un falso pacifismo”. Alla platea che ha accolto con un applauso le affermazioni di Casini, il presidente della Camera ha aggiunto: “Voi avete una grandissima responsabilità” che risiede “nella vostra grande capacità di ascolto. Voi avete pieno titolo per essere vigilanti permanenti rispetto ad una questione seria come quella di un Paese in cui c’è un’area di contiguità tra il terrorismo e la violenza politica”.


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