Cultura

Torino: si apre il 22° Congresso Acli

LA riflessione diel presidente Luigi Bobba. Alle 11 intervento del presidente della Camera Casini

di Redazione

La radice, il cuore del XXII Congresso delle Acli, li ho ritrovati in Africa. Vicino e lontano nello stesso tempo. Lontano perché ci separano migliaia di chilometri; vicino perché le attese e le speranze di tante persone incontrate recentemente in Kenya e in Mozambico sono straordinariamente consonanti con le attese e le speranze che hanno animato ? e continuano ad animare ? migliaia di persone, che hanno fatto e fanno quotidianamente le Acli. È stato come un ?ritorno al futuro?. Diritti per chi lavora, dignità ed eguaglianza per le donne, case abitabili, voglia di partecipare, maggior istruzione, desiderio di poter assicurare una vita migliore ai propri figli: questi i sogni di tanti che hanno partecipato all?avventura delle Acli, alla costruzione di questa rete popolare di solidarietà. Queste le speranze che oggi spingono milioni di cittadini del sud del mondo a lasciarsi alle spalle la povertà, la disperazione, la mancanza di futuro. Coperti dalla coltre del nostro benessere, forse non riusciamo più a percepire la forza dirompente di queste attese. Non è un voler fuggire dalle nostre contraddizioni, dai nostri conflitti, dalle nostre disuguaglianze; ma dove il confine tra giusto e ingiusto è più netto, più facilmente si può riscoprire la forza delle origini, i valori fondativi di una storia vissuta al fianco dei più deboli, con nel cuore il sogno di un mondo più giusto, più fraterno. Il calendario, l?agenda del XXII Congresso nazionale dovranno certo non dimenticare i problemi, le attese all?ordine del giorno nel nostro Paese, ma ugualmente non potranno non sincronizzarsi con le vite di tanti che fanno mille volte più fatica a vivere di noi cittadini di un paese benestante. Non per un sussulto moralistico, né per un sentimento pietistico, ma per una scelta politica consapevole. La solidarietà funziona solo se globale: non sopporta confini ristretti, ha bisogno di una profondità e di un raggio d?azione finora sconosciuti. È questo il senso del titolo del XXII Congresso delle Acli: ?Allargare i confini. Sulle rotte della fraternità nella società globale?. È questo il cuore dell?invito che Giovanni Paolo II aveva rivolto alle Acli il 27 Aprile 2002. Un invito che era anche l?indicazione di un compito, di un confine più largo alla nostra missione sociale. Le Acli del 2004 vogliono continuare ad essere fedeli alla loro terra d?origine, alle tante comunità locali in cui sono radicate, ma ugualmente alzano lo sguardo, non hanno timore di confini più larghi, sentono come proprie le attese e le speranze dei più diseredati. E vogliono continuare con pazienza a tessere reti di solidarietà; a preparare e a formare persone all?azione sociale e politica; a rispondere ai bisogni di tutela e promozione di chi è escluso dal lavoro, dall?istruzione, dalla salute e dalla cittadinanza. Senza guardare il colore della pelle, il paese di cui si è cittadini, la religione che si professa. E con una sola certezza: che solo ?il Vangelo fa nuove le Acli?. Luigi Bobba tutto sul congresso


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