Bilanci

Nel 2023 oltre 9.700 persone malate assistite gratuitamente da Ant

La Fondazione è attiva in undici regioni italiane. Il rendiconto delle attività di assistenza domiciliare, come le visite di diagnosi precoce che hanno raggiunto 19.276 cittadini nelle piazze di tutta Italia sono pubblicate nel Bilancio sociale che per la presidente Raffaella Pannuti «si fa forte dell’esperienza maturata in 45 anni e pone le premesse per rispondere ai bisogni di domani»

di Redazione

L’attaccamento alle proprie radici non implica il timore di investire sul nuovo. Sono le parole che aprono una nota di Fondazione Ant in cui si sottolinea che è così che «innovando nel solco di una tradizione quantomai solida, che Fondazione Ant ha chiuso il suo 45esimo anno di vita, il 2023, sulla scorta di numeri che testimoniano quanto il suo impegno nella lotta contro i tumori risulti cruciale per tutti i suoi stakeholder, a partire dalle migliaia di persone malate di cui si prende cura e dai loro caregiver».

Quasi 2mila volontari

I numeri relativi all’assistenza sanitaria, domiciliare gratuita attiva in 11 regioni italiane, ai programmi di prevenzione, alle nuove iniziative formative e didattiche, alle ultime frontiere della ricerca clinica e ai recenti conseguimenti in termini di tutela ambientale e parità di genere, alla raccolta fondi messa in campo da 1.989 volontari, sono tutti presenti all’interno del Bilancio Sociale 2023, il documento che Ant redige, accanto al Bilancio d’esercizio, da oltre dieci anni.

Gli operatori sanitari Ant

In particolare, il rendiconto evidenzia che nel 2023 sono state 9.704 persone malate di tumore assistite gratuitamente (fra assistenze medico-specialistiche  e psicologiche a domicilio, per un dato di medio di 3.072 al giorno, e assistenze in hospice) dai 370 operatori sanitari Ant (fra medici, psicologi, infermieri, farmacisti, ai quali si aggiungono 164 professionisti di area non sanitaria).

Sono state invece 19.276 le visite gratuite di diagnosi precoce effettuate nelle strade e nelle piazze di tutta Italia (grazie a una flotta di Bus della Prevenzione alla quale si è appena aggiunto un terzo mezzo) e negli ambulatori Ant o messi a disposizione pro bono da realtà terze.

«Il Bilancio Sociale 2023 si fa forte dell’esperienza maturata in 45 anni e pone le premesse per rispondere ai bisogni di domani» commenta la presidente Raffaella Pannuti «a partire da un’assistenza che ha iniziato a misurarsi con il concetto di “prescrizione anticipata” e da un impegno sul fronte della prevenzione che ha riportato il numero di visite erogate allo standard pre-covid, anche grazie all’ingresso di un nuovo Ambulatorio Mobile e alla pianificazione della ristrutturazione di diversi ambulatori sul territorio».

Tra Sroi e Teoria del Cambiamento

Inoltre si sottolinea che: il valore del rapporto fra i beneficiari dei servizi cardine di Ant e chi quei servizi li rende possibili (volontari, professionisti e donatori), peraltro, è costantemente mediato dalle prescrizioni contenute nell’Agenda Onu 2030 (gli Obiettivi 1, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 13, 15 e 17 risultano particolarmente attinenti). E, nel concreto, è misurato dalle analisi qualitative e quantitative svolte attraverso il Metodo del Social Return on Investment – Sroi, che parlano di un valore sociale prodotto pari a 1,90 euro per ogni euro investito nelle attività di Ant e attraverso la cosiddetta Teoria del Cambiamento, che individua un moltiplicatore sociale costi/benefici pari a 4,84 euro.

Formazione interna e nelle scuole

«Non sono mancati, nel 2023, gli investimenti nelle attività di formazione interna, con i gruppi di lavoro per il potenziamento assistenziale rivolti alle équipe sanitarie e i piani per lo sviluppo della motivazione di dipendenti e collaboratori, e i progetti di divulgazione esterna, come quello, dedicato ai tumori della pelle, che ha raggiunto oltre 1.600 alunni delle scuole primarie di 11 regioni», prosegue Pannuti. «Tutto questo mentre l’innovazione costante, testimoniata anche dagli investimenti sulla telemedicina, ha generato ottimi riscontri in termini di raccolta fondi, motivandoci a fare ancora di più e ancora meglio».

E parlare di innovazione – al netto della crescita tecnologica legata agli investimenti su device che rendono possibile misurare da remoto i parametri vitali degli assistiti e offrire finestre di teleconsulto da remoto per i caregiver (in Italia sono 7,3 milioni) – oggi significa anche parlare di innovazione sociale. Particolarmente in relazione a un 2023 in cui Fondazione Ant ha ottenuto da Uniter la certificazione di parità di genere Uni/Pdr 125:2022.

Obiettivo ricerca

Senza contare che Ant, accanto all’assistenza e alla prevenzione, dedica tempo, investimenti ed energie anche ai versanti della Formazione (tra programmi di aggiornamento scientifico per operatori sanitari interni ed esterni, corsi di formazione per volontari e caregiver e progetti didattici in scuole di ogni ordine e grado) e della Ricerca, sia in ambito clinico, per migliorare la qualità delle sue attività assistenziali attraverso studi su cure palliative, psico-oncologia e telemedicina, sia sui fronti del data mining, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane e le attività di raccolta fondi, e dei progetti europei come Elpis, dedicato alla didattica a distanza in ambito oncologico.

In definitiva, quello del quale si sono tirate le fila per mezzo del suo ultimo Bilancio Sociale è stato per Fondazione Ant un anno di traguardi raggiunti e di nuovi obiettivi fissati per il futuro, sullo sfondo di un rapporto sul cancro a cura di Artium e Aiom che, in relazione al 2022, parla di 391mila nuove diagnosi di tumore (+1,4% per gli uomini e +0,7% per le donne rispetto al 2020), al termine di quindici anni (2006-2020) durante i quali il numero di persone che convivono con una diagnosi di tumore è aumentato del 40%, passando da 2,5 a 3,6 milioni di individui (il 5,7% della popolazione italiana).

Lato cure palliative, invece, mentre la legge 197/2022 stabilisce per le Regioni e le Province autonome l’obiettivo della copertura del 90% del loro fabbisogno da raggiungere entro il 2028, allo stato attuale i pazienti che accedono con regolarità a tali terapie non sono più del 30% degli aventi diritto.

In apertura foto da Ant.it


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