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Chi è Pistoletto

Biografia dell'artista che utilizza superfici riflettenti attraverso le quali lo spettatore diventa protagonista dell'opera

di Redazione

Pistoletto è nato a Saliano Micca (Biella), sotto il Monte Rosa, nel 1933 da genitori artisti che decisero di chiamarlo Michelangelo come il grande pittore della Cappella Sistina. Fin da bambino Pistoletto va ad aiutare il padre, un restauratore di quadri antichi, nel suo studio, e da qui nasce il suo amore per l’arte. È affascinato dagli specchi, e così inizia a dipingere il suo ritratto (e per farlo deve specchiarsi…); poi decide di fare entrare nelle sue opere tutti quelli che le guardavano da vicino. Si serve di superfici riflettenti, spesso di grandi dimensioni, su cui incolla immagini di persone o di cose. L’osservatore che si riflette nell’opera ne diventa un protagonista. I personaggi negli specchi di Pistoletto danno una forte idea di attesa e di immobilità, anche perché attorno a loro tutto si muove, cambia, mentre essi rimangono sempre uguali. Alla fine degli anni Sessanta l’interesse di Pistoletto si sposta sui materiali trovati, di scarto o di recupero. Con la “Venere degli Stracci” (1967) entra da protagonista nel movimento dell’Arte Povera, teorizzato dal critico d’arte Germano Celant. Negli anni Settanta torna al tema della specularità con installazioni e performance in cui il pubblico è invitato a interagire. Crea oggetti di design inutile come i Mobili Capovolti (1976) che perturbano il consueto rapporto percettivo con l’ambiente. Negli anni Ottanta si dedica alla scultura come conglomerato di frammenti visivi tratti dalla memoria culturale, individuale e collettiva. Le opere più recenti sono strutturate per cicli. L’ultimo in ordine di tempo è il “Progetto Arte”, decollato nel 1994 e non ancora concluso. In esso Pistoletto teorizza un livello più alto e responsabile della creatività dell’artista, impegnato non tanto nella realizzazione di opere/oggetti da vendere, quanto nella trasformazione del tessuto sociale.


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