Welfare
Lavoro: nel contratto entra la pausa preghiera
L'accordo firmato fra la Essevi e la Fit-Cisl: ai 90 dipendenti musulmani è stato riconosciuto il diritto di culto durante le pause lavorative
Una nuova voce entra a fare parte dei contratti di lavoro, insieme a quelle per le maggiorazioni contrattuali, le ferie, gli inquadramenti del personale: e’ la pausa di preghiera per i lavoratori musulmani. Lo prevede il verbale di accordo sottoscritto oggi alla Essevi, una cooperativa che fornisce sevizi logistici e dove lavorano 160 operai, soprattutto facchini, 90 dei quali musulmani. Il testo, firmato dai titolari della societa’ e dai sindacati della Fit-Cisl, riconosce ai dipendenti musulmani il diritto di culto e di preghiera durante pause lavorative che verranno concesse in base alle esigenze organizzative. ”E’ una nuova tappa per il sindacato italiano e in questo caso e’ la Cisl, il sindacato di ispirazione cattolica che ha posto il problema – ha detto Dario Balotta, segretario generale Fit-Cisl Lombardia – Dopo la correzione della Bossi-Fini sui tempi e le modalita’ di regolarizzazione adesso e’ la volta della concessione di un diritto fondamentale, da inserire in un contesto di diritti-doveri che spettano ad ogni lavoratore indipendentemente da nazionalita’ e fede: sarebbe auspicabile che in ogni altra parte del mondo venissero concessi gli stessi diritti”.
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.