Formazione
Carlo Urbani, un boom editoriale. Quanto affascina il medico solidale
Esce la biografia rivista dalla moglie con una raccolta di lettere straordinarie. Ma non è la sola. In libreria ci sono altri due libri che lo riguardano. E persino allestero...
C?è qualcosa di strano nelle librerie italiane. Che si tratti di megastore del libro, piccoli negozi di quartiere o rivendite su Internet, in vetrina hanno messo tutte la stessa faccia. Gli occhi scuri, la barba, i baffi e la fronte larga di Carlo Urbani. Moltiplicati per tre, perché tanti sono i volumi in uscita dedicati al medico di 47 anni che per primo ha individuato la Sars e che del virus letale è morto in Thailandia il 29 marzo 2003 lasciando moglie e tre figli piccoli.
L?Italia lo scoprì con un flash dell?agenzia di stampa Ansa: “Virus misterioso: medico italiano morto a Bangkok”. Sette parole in tutto, ma che due giornalisti non riescono a levarsi dalla mente. La prima è Lucia Bellaspiga del quotidiano Avvenire: “Scrivo il mio articolo per il giorno dopo e, non so perché, invece di buttare l?Ansa, la metto in una cartelletta”. Il secondo è Jenner Meletti, inviato di Repubblica, che stampò il flash d?agenzia e partì per Castelplanio, paese d?origine di Urbani.
A dodici mesi di distanza, da quelle sette parole sono nate due biografie. Il medico del mondo, vita e morte di Carlo Urbani, edito dal Saggiatore, in cui Meletti ripercorre la vita del medico condotto al servizio degli altri che sale ai vertici dell?Organizzazione mondiale della sanità. E Carlo Urbani, il primo medico contro la Sars, edizioni Ancora, in cui la Bellaspiga racconta l?uomo Carlo, il suo personalissimo rapporto con la fede e con i figli. Ma meglio sarebbe dire in cui la Bellaspiga, Maria Scaglione, Giuliana Chiorrini e suor Anna Maria Vissani raccontano l?uomo Carlo. Perché la mamma e la moglie di Urbani hanno corretto pagina per pagina le bozze del libro. “Maria, ex professoressa, spostandomi anche qualche virgola e Giuliana difendendo la memoria del marito dalla retorica e da finti amici”, racconta l?autrice. E soprattutto perché suor Vissani, amica e guida spirituale di Carlo, ha affidato alla giornalista di Avvenire il bellissimo carteggio col medico.
Da entrambe le biografie esce il ritratto di un uomo che non si dava arie, ironico e a tratti anche ipocondriaco, che a un anno dalla sua morte è diventato ?fenomeno editoriale? in Italia e all?estero: cosa che avrebbe certamente stupito lui stesso. Due libri su di lui sono già usciti in Vietnam. Un altro aveva preceduto in Italia le due biografie (è l?instant book Sars, il virus globale scritto da Sandro Calvani, funzionario Onu e autorevole collaboratore di Vita). Mentre la traduzione in cinese della biografia della Bellaspiga è stata già commissionata dall?ex ministro della Sanità in persona.
E non è finita qui: in questi giorni esce per Feltrinelli anche Carlo Urbani: Le malattie dimenticate. Poesia e lavoro di un medico in prima linea, scritto da Marco Albonico, collega oltre che amico dell?infettivologo di Castelplanio.
Indiscutibile dunque è il fascino che, a un anno dalla sua scomparsa, Urbani continua a esercitare. Il motivo? Nicoletta Dentico, che con lui ha lavorato nell?organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, lo spiega così nella prefazione al libro della Bellaspiga: “Per Carlo un minuto erano 60 secondi di azione concreta”. Impossibile non essere contagiati dal suo ?fare? e dal suo mettersi continuamente al servizio degli altri.
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