Economia

Caro governo dove sei? Le coop all’attacco

Parla Vilma Mazzocco, alla vigilia della riconferma alla guida del settore sociale di confcooperative: "Creiamo occupazione e sviluppo, ma siamo soli".

di Francesco Agresti

Oltre quattromila cooperative sociali, 167 consorzi, vertici rinnovati in 13 delle 20 federazioni regionali, nominati 500 dirigenti e messo in cantiere il consolidamento di una rete provinciale su tutto il territorio nazionale. Questi i numeri con cui Federsolidarietà si presenta all?assemblea generale del 30 e 31 marzo a Roma. Vilma Mazzocco, presidente da aprile 2003, quando prese il posto di Franco Marzocchi, sarà riconfermata ed è già pronta ad affrontare, battagliera, i prossimi quattro anni di lavoro. Vita: Come giudica la politica sociale del governo? Vilma Mazzocco: Quale? Dov?è? Questo sarebbe il momento di fare innovazione, di sperimentare nuovi modelli di welfare, cosa che il governo non sta facendo. Il welfare non può essere considerato solo un capitolo di spesa, le politiche sociali rappresentano la premessa e la condizione necessaria attorno alla quale realizzare nuove linee di sviluppo. Quello del welfare, insomma, dovrebbe essere il ministro più importante di un governo. In Italia uno dei pochi soggetti che fa innovazione nelle politiche sociali è il Consorzio Cgm, una punta di eccellenza, un modello cui guardano con interesse molti Paesi europei e non. Vita: Il nostro ordinamento si prepara ad accogliere una nuova forma giuridica: l?impresa sociale. E voi? Mazzocco: Di fatto noi siamo già imprese sociali, non perché gestiamo servizi sociali ma perché generiamo socialità, capitale sociale, fiducia sul territorio. Per noi il mercato sociale non è un fine ma uno strumento, il fine è perseguire l?interesse della comunità. Il welfare non è un?arena di spesa ma un investimento, non a caso le aree che non hanno sani processi di welfare non hanno neanche distretti industriali. Vita: Quale, tra le riforme economiche degli ultimi anni, ha avuto un maggior impatto sulla cooperazione sociale? Mazzocco: Quella del diritto societario è stata una riforma rigorosa ma opportuna, perché premia la mutualità prevalente. Anche se le coop sociali per definizione sono già a mutualità prevalente, stiamo lavorando per sottolineare ancora di più questo aspetto. Per intenderci: una cooperativa sociale che ha 5 soci e 15 dipendenti, anche se lo è per legge, per noi non è a mutualità prevalente. Le nostre cooperative devono adottare un modello multistakeholder, avere un legame con il territorio e collaborare unendosi in consorzi. Vita: Quali sono le prospettive di lavoro nella cooperazione sociale? Mazzocco: Ogni anno le cooperative sociali di Federsolidarietà creano 10mila posti di lavoro, un numero che sale a 15-20mila unità se consideriamo l?intera cooperazione sociale. È un contributo significativo all?occupazione nazionale. La prospettiva è di crescita: questo significa un notevole bisogno, oltre che di nuovi dipendenti, di persone che si assumano parte di responsabilità nella gestione delle cooperative, diventando soci.


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