Welfare

Licenziamenti collettivi, la disciplina si estende al non profit

E' stato aprovato definitivamente il decreto legislativo che estende ai datori di lavoro non imprenditori le disposizioni comunitarie già recepite nel nostro ordinamento in materia

di Benedetta Verrini

Ieri al Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maroni è stato aprovato definitivamente il decreto legislativo che estende ai datori di lavoro non imprenditori le disposizioni comunitarie già recepite nel nostro ordinamento in materia di licenziamenti collettivi. La modifica, che nelle scorse settimane ha ricevuto il parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti, si è resa necessaria a seguito di una sentenza d?infrazione da parte della Corte di giustizia europea. Pertanto sindacati, partiti, fondazioni, organizzazioni senza scopo di lucro dovranno sottostare alla legge 223 del 1991, così come già fanno le imprese che intendono procedere a un licenziamento collettivo come conseguenza di una riorganizzazione aziendale. In pratica, chi occupa più di 15 dipendenti e intende procedere al licenziamento di almeno 5 lavoratori, nell’arco di 120 giorni dovrà avviare una procedura di consultazione sindacale con una comunicazione scritta contenente le ragioni che hanno determinato la situazione di esubero.


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