Formazione

Hammad: “Siamo disperati”

Le conclusioni di un convegno dell’associazione Italia-Palestina. Con il portavoce dell’autorità palestinese.

di Ettore Colombo

“L?uccisione di Yassin muoverà nuove ondate di odio anti israeliano e oscurerà ogni prospettiva di pace. Serve un?immediata azione della Ue, di cui il governo italiano deve farsi promotore, muovendosi in modo più attivo e con più equilibrio di quanto non abbia fatto fino adesso”, dice Rino Serri, ex sottosegretario agli Esteri e presidente dell?associazione Italia-Palestina. Non poteva cadere in un momento più drammatico il congresso, che si è svolto martedì 23 marzo a Roma, di un?associazione interparlamentare voluta da Serri e il cui presidente onorario è Giulio Andreotti. Gli ultimi eventi hanno obbligato all?attualità, complice anche la presenza del direttore generale del ministero degli Esteri per il Medio Oriente, Riccardo Sessa, e dell?ambasciatore dell?Autorità nazionale palestinese in Italia, Nemer Hammad. Sessa ha ribadito che “la Road map non è morta”, che “le pressioni sul governo Sharon e l?Anp saranno intensificate”. Sessa ha sostenuto anche che “il primo punto da affrontare è la lotta al terrorismo”, quello dei palestinesi, assicurando poi che “il governo italiano ha sempre condannato gli omicidi mirati”.
Hammad ha pronunciato un intervento a tratti disperato (“temo non ci siano più speranze”) in cui ha ripercorso “le bugie e le provocazioni dello Stato di Israele e del governo Sharon”. Eppure rilanciare il processo di pace, anche per Hammad, è possibile: serve l?invio di osservatori internazionali, di aiuti all?Anp per la ricostruzione della polizia, il ritiro israeliano e la convocazione di una conferenza internazionale di pace. La pace per Serri deve partire “senza precondizioni. La fine del terrorismo deve essere il frutto del negoziato, non il suo punto di partenza”. Già, se solo ci si riuscisse, a partire.

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