Famiglia

Welfare: Cercasi famiglie per i 2600 minori che vivono ancora negli istituti

L'appello viene dal convegno nazionale che e' concluso oggi pomeriggio dal ministro del Welfare Roberto Maroni

di Redazione

Cercasi nuove famiglie per accogliere i minori (oltre 2.600) che in Italia vivono ancora negli istituti: l’appello viene dal convegno nazionale che e’ concluso oggi pomeriggio dal ministro del Welfare Roberto Maroni. In vista della chiusura definitiva degli orfanotrofi entro due anni, sono gia’ in atto le piu’ diverse forme di sperimentazione che si aggiungono ai tradizionali strumenti dell’adozione e dell’affidamento per inserire ogni bambino in un contesto familiare. La Provincia di Milano, prima in Italia, ha avviato i corsi di formazione per le famiglie professionali (la Regione Piemonte ha gia’ predisposto una delibera in questo senso) che riceveranno un compenso economico per ospitare i minori. In altre parti d’Italia, invece, si sta estendendo l’esperienza dei condomini solidali, illustrata oggi da Bruno Volpi, fondatore della comunita’ Villa Pizzone d Milano. ”Non c’ e’ una ricetta unica, un modello valido per tutti i bambini e gli adolescenti”, dice Margherita Gallina della Provincia di Milano, piuttosto un ventaglio di proposte per trovare quella piu’ adeguata alle esigenze del minore. Susanna, oggi avvocato che si occupa di giustizia minorile, ad esempio, ex bambina maltrattata dalla madre e dal patrigno, ha sempre rifiutato di essere affidata a una famiglia. La sua storia e’ emersa durante il meeting torinese. Fino a 19 anni Susanna (il suo cognome e’ volutamente tutelato dalla privacy) e’ rimasta in comunita’ ed e’ stata seguita da operatori e da un tutor nel lungo percorso di crescita. La sua vicenda non e’ molto diversa da quella di Luca, oggi quattordicenne, vittima, come i due fratelli, di abusi da parte del padre che costringeva i figli a mettere in vendita i propri corpi e che per questo e’ stato condannato a sei anni di carcere. Quando la famiglia affidataria venne a sapere delle sue vicissitudini, lo allontano’ e Luca si ritrovo’ di nuovo solo. Tale fu la sua sofferenza che per anni non ha piu’ voluto una nuova famiglia. Dopo un lungo periodo in comunita’ ora Luca sembra propenso ad accettare di essere inserito in un nuovo percorso di affidamento. Ali’, di nazionalita’ marocchina, in Italia del ’96, ex venditore di spugnette ai semafori, e’ iscritto al secondo anno di un corso professionale per meccanici. La sua e’ stata una vita di fuga finora, da una famiglia all’altra. Sembra – dicono gli operatori – che adesso abbia trovato quella dove fermarsi. ”Adozione e affidamento rimangono gli interventi migliori, piu’ auspicabili – spiega Anna Maria Colella – direttore dell’Agenzia regionale per le adozioni internazionali della Regione Piemonte, ma a volte non sono sufficienti, bisogna pensare a nuove proposte” su misura di ogni minore”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA