Volontariato

Pace. Forza Italia prepara convegno su Capitini

Il coordinatore Bondi chiederà aiuto e ospitalità ai frati di Assisi e inviterà cardinali (Martini), gruppi cattolici e Tavola della Pace

di Ettore Colombo

E’ ancora tutto avvolto dal riserbo e Sandro Bondi, la mente dell’iniziativa, preferisce non scoprire le sue carte. Ma si sa che Forza Italia sta organizzando in gran segreto un seminario di studi su un personaggio che, almeno finora, non aveva fatto capolino nel pantheon azzurro: Aldo Capitini. Non c’è ancora una data ma qualcosa già trapela sul convegno azzurro, preparato in collaborazione con i frati del Sacro Convento di Assisi. La sorpresa principale potrebbe essere la presenza fra i relatori dell’ex arcivescovo di Milano, quel Carlo Maria Martini considerato un’icona per i cattolici di sinistra, ora ritiratosi a Gerusalemme per continuare i suoi studi biblici. Saranno chiamati al seminario anche monsignor Vincenzo Paglia, deus ex machina della comunità di Sant’Egidio e Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, il cartello di associazioni pacifiste che va dai Beati Costruttori fino alla Cgil. Presenze insolite per un convegno di Forza Italia, ma necessarie per un approfondimento su una delle figure più ‘irregolari’ della cultura italiana. Quale sia l’interesse di Forza Italia per la figura di Capitini, al di là dei rapporti sempre più stretti che Bondi intrattiene con i frati di Assisi, è presto detto. In un momento in cui il pacifismo “di sinistra” riempie le piazze e mette sotto accusa Berlusconi e Bush per la guerra al terrorismo, andare alla scoperta del filosofo della nonviolenza potrebbe togliere qualche munizione al coro arcobaleno e consentire di riportare a casa qualche elettore cattolico smarrito sulla via di Baghdad. Del resto sembra siano stati propri gli elettori cattolici a tradire in massa Aznar, garantendo la vittoria del Psoe in Spagna. Una lezione che Forza Italia mostra di aver compreso, cercando di disinnescare, anzitutto sul piano culturale, la mina pacifista. Del resto Capitini, personaggio complesso, imprendibile e per forse questo ostracizzato sia dalla gerarchia cattolica che dai partiti, può facilmente essere piegato a una lettura meno unilaterale di quella che finora ne è stata data. Anzitutto si può mettere in risalto la sua vicinanza con Giovanni Gentile, il filosofo del Fascismo che negli anni Trenta lo nominò segretario della prestigiosa Normale di Pisa (salvo poi espellerlo dopo il suo rifiuto di prendere la tessera del Pnf). Oppure i forzisti potrebbe puntare un faro sulla sua militanza liberalsocialista, insieme ad antifascisti come Guido Calogero Ugo La Malfa e Pietro Amendola. Proprio nel 1937, l’anno dell’assassinio dei fratelli Rosselli (cui a volte ci si è riferiti dentro Forza Italia), nasce il Movimento Liberalsocialista, frutto della semina culturale fatta da Capitini con il libro “Elementi di un’esperienza religiosa”, quel manuale per la gioventù antifascista che Benedetto Croce farà pubblicare per Laterza. Non è così impensabile, come si vede, che Forza Italia provi a inserire il filosofo della nonviolenza, l’inventore della Marcia Perugia-Assisi, nella schiera dei suoi ‘Lari’. Dopotutto nella Carta dei Valori del partito, pubblicata poche settimane fa, si poteva leggere un proposito di questo tipo: “Stiamo costruendo un soggetto politico inedito che si propone l’unione di tre grandi aree politico-culturali: quella del cattolicesimo liberale e popolare, quella dell’umanesimo laico, liberale e repubblicano, quella del liberal-socialismo”. E ancora, più avanti: “siamo un partito di centro, liberal-popolare e liberal-socilista”. Quel liberalsocialismo che ebbe la sua bandiera nel ghandiano, vegetariano, nonviolento, antipartitocratico, Capitini.

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