Famiglia

I bambini adottati? Sempre meno europei

Continuano a scendere i numeri delle adozioni internazionali: 234 quelle concluse nel primo semestre 2024, il 5,6% in meno. La Commissione Adozioni Internazionali pubblica anche il report sul 2023, l'anno con meno adozioni di sempre. Due le sorprese: una coppia su due aveva dato mandato solo nel 2021-22 e l'Europa non è più il primo continente di provenienza dei bambini adottati in Italia. Sette su dieci sono special needs

di Sara De Carli

bambino asiatico che corre giocando con l'acqua

Sono 234 le adozioni internazionali concluse nel primo semestre del 2024, contro le 478 di tutto il 2023 e le 565 del 2022. Un anno fa, a fine giugno, le adozioni concluse erano state 248, l’anno prima 273: significa che a metà 2024 le adozioni segnano un -5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima e un -14,3% rispetto al giugno 2022.

La Commissione Adozioni Internazionali ha pubblicato i dati relativi al periodo 1° gennaio – 30 giugno 2024, suddivisi per singolo ente e per singolo Paese di origine, per facilitare una lettura comparata dei trend di ciascun soggetto ente o soggetto Paese.

C’è quindi ancora una volta una leggera flessione in negativo dei numeri delle adozioni concluse, accompagnata da un costante calo delle procedure pendenti. «Tra le principali cause del trend negativo registrato negli ultimi anni sono da annoverare le perduranti criticità emerse a vario titolo in quattro “storici” Paesi di origine di minori adottati da coppie italiane», scrive la nota della Cai, «quali Cina, Bielorussia, Russia ed Ucraina». Sono i quattro Paesi per cui il Governo ha da poco previsto un contributo straordinario rivolto alle coppie in attesa (leggi qui). I numeri sono «in controtendenza», dice la Cai, «in Burundi, Thailandia e Vietnam, che hanno registrato un lieve aumento delle procedure concluse rispetto agli anni precedenti».

La frammentazione degli enti

Quanto agli enti autorizzati, quelli che hanno concluso più procedure adottive nel 2024 sono Gvs con 20 adozioni (di cui 9 appunto in Burundi), Cifa con 18 adozioni (di cui 6 in Colombia e 6 in India), Asa con 15 adozioni (tutte in Ungheria), Naaa con 13 adozioni (di cui 7 in Vietnam) e Associazione Famiglie Nuove con 12 adozioni concluse (di cui 8 in Vietnam). Su 48 enti autorizzati, quelli che non hanno concluso nemmeno un’adozione nel primo semestre 2024 sono 13.

Calano le procedure pendenti

Le procedure pendenti al 30 giugno 2024, al netto delle procedure sospese, sono 2.340 contro le 2.410 del giugno 2023: settanta in meno. Fra loro, un centinaio di coppie che non sono ancora instradate su un Paese. Nel 2019, quando la Cai ha iniziato a pubblicare questi report, le procedure pendenti erano 3.049 e da allora sono costantemente calate.

Sei gli enti con un numero di procedure pendenti sopra il centinaio: Cifa (227), Aibi (132), Nadia (131) Alfabeto (127 di cui 120 sulla Bielorussia), Naaa (123) Gvs (112).

I Paesi

Analizzando l’elenco per Paesi, sono 29 i Paesi d’origine dei bambini entrati in Italia nel primo semestre 2024. I primi Paesi di origine dei bambini adottati sono l’India (39 adozioni concluse), la Colombia (37), l’Ungheria (35), il Vietnam (22) e il Perù (15). Nell’elenco ci sono le 8 adozioni concluse ad Haiti (con l’ingresso di 10 bambini, arrivati a Roma con un volo speciale l’8 giugno), una adozione in Ucraina realizzata con Lo Scoiattolo (e 38 procedure pendenti), una in Cina (con 79 procedure pendenti). Zero le adozioni in Bielorussia (con 200 coppie in attesa) e zero quelle in Federazione Russa (con 75 procedure pendenti). Ancora 33 coppie sono in attesa su Etiopia. I Paesi a cui le coppie si sono maggiormente orientati sono India (321 adozioni pendenti), Colombia (258 adozioni pendenti), Bielorussia (200), Ungheria (187) e Bulgaria (181).


Rileggendo il 2023, l’anno con meno adozioni di sempre

La Commissione Adozioni Internazionali ha pubblicato anche il Report annuale sull’andamento delle adozioni internazionali concluse nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2023.

Nel 2023 si registrano 585 minorenni stranieri per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo: un nuovo minimo storico. «L’ulteriore flessione nel numero delle adozioni concluse è dovuta principalmente alle criticità riscontrate nei Paesi di origine da cui storicamente provenivano molti minori adottati da famiglie italiane quali la Federazione Russa, l’Ucraina, la Repubblica Polare Cinese e la Bielorussia, nonché da una riorganizzazione interna dell’Autorità Centrale colombiana che ha rallentato i percorsi adottivi delle coppie instradate nel Paese», scrive il report. Nel 2023 è in crescita l’incidenza percentuale dei minorenni autorizzati all’ingresso provenienti dai Paesi ratificanti la Convenzione dell’Aja, toccando quota 89,6% a fronte dell’80,7% del 2022 e del 79,6% del 2021.

Le coppie

All’autorizzazione all’ingresso del minorenne straniero a scopo adottivo, l’età media è di 47,6 anni per gli uomini e 45,9 anni per le donne, in aumento per entrambi. I laureati sono il 44,8% tra gli uomini e il 60,5% tra le donne. Nel 2023 il 71,3% delle coppie adottive ha un decreto di idoneità generico (71,3%) e minoritaria, sebbene in lieve crescita (siamo al 28,7%, risulta l’incidenza dei decreti mirati, ovvero quelli in cui è indicata una specifica appartenenza etnica, il genere del minore, lo stato di salute, una particolare età, spesso compresa tra 0 e 3 anni o ipotesi in cui si danno alcune indicazioni più o meno specifiche. Nel 2023 non c’è stato alcun decreto nominativo, riferito esplicitamente a uno specifico bambino. Il 79,9% delle coppie chiede l’adozione di un figlio, il 20,1% di due o più figli.

I tempi: adozioni a doppia velocità

Una coppia su due (il 49,8%) tra quelle che nel 2023 hanno chiesto l’autorizzazione all’ingresso di un minore a scopo adottivo aveva conferito l’incarico all’ente autorizzato nel biennio precedente all’adozione (2021-2022): nel 2022 erano il 45,9%. Ci sono 14 coppie che addirittura avevano conferito mandato all’ente nel 2023. È un tema che il vicepresidente della Cai ha ribadito più volte, sottolineando la differenza nell’andamento delle adozioni delle coppie che hanno dato mandato più di recente e dentro un quadro di maggior consapevolezza dei cambiamenti avvenuti nell’adozione internazionale.

Per un 31,4% delle coppie che hanno adottato nel 2023, si tratta di conferimenti avvenuti nel biennio 2019-2020. Dalla dichiarazione di disponibilità all’autorizzazione all’ingresso in Italia dei minorenni, il percorso delle coppie adottive del 2023 è durato in media quasi 4 anni e mezzo: rispetto al 2022 il tempo medio complessivo risulta più breve di circa 3 mesi.

I bambini

Nel 2023 si registrano 585 minorenni stranieri per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia a scopo adottivo a fronte di 478 coppie adottive, con una media di 1,2 minori per coppia. Erano 698 nel 2022. In relazione alla popolazione minorile di riferimento, nel 2023 il valore medio nazionale scende a 6,4 adottati ogni 100mila residenti della stessa età, in fortissimo calo rispetto agli anni pre-pandemia (nel 2019 il tasso era infatti pari a 12,4). Dal 2012 ad oggi sono complessivamente 17.598 i minori adottati in Italia con adozione internazionale.

Le Regioni con le più alte performance adottive risultano il Molise (18), la Toscana (13,9), la Calabria (10,6) e la Basilicata (10,6). Escludendo la Valle d’Aosta che non ha registrato alcuna adozione, le Regioni con le performance più basse sono la Sicilia (3,9), il Lazio (3,8) e la Sardegna (2). Al momento dell’ingresso in Italia i bambini – nel 2023 – avevano un’età media di 6,8 anni, perfettamente in linea con quanto osservato negli ultimi anni. Si evidenzia una ulteriore diminuzione dei bambini più grandi. Gli adottati maschi sono il 58,3%, contro un 41,7% di femmine.

Per la prima volta l’Europa non è il primo continente d’origine dei bambini

L’Europa non rappresenta più il continente a maggiore frequenza per le adozioni internazionali decretate in Italia: nel 2024, quasi un minore adottato su due proveniva da un Paese europeo e da allora è in calo, pur rimanendo sempre il continente con la percentuale più alta. Oggi invece per la prima volta l’Europa con il suo 28% è sotto l’Asia, con il 33,2% delle autorizzazioni all’ingresso in Italia a scopo adottivo e l’America (28,4%). Seppur in crescita, a chiudere la classifica si colloca l’Africa con il restante 10,4% del totale delle autorizzazioni.


7 su 10 sono special needs

A fronte di 585 bambini e ragazzi adottati nel corso del 2023, 412 rientrano tra gli special needs: sono il 70,4% del totale. L’84,5% risulta portatore di uno solo dei bisogni speciali. La categoria più ampia è quella dei minori di età maggiore di 7 anni. I minori con special needs rappresentano ormai stabilmente la maggioranza degli ingressi a scopo adottivo, con una crescita significativa proprio nel 2023: nel 2022 erano infatti il 55,4% e nel 2021 il 62,5%.

Foto di MI PHAM su Unsplash

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