Cultura
Il blues dolce di Rea? Voce calda, ritmo e passione
Recensione del cd "The Blue Jukebox" di Chris Rea.
Forse ha ragione Mick Collins, uno che di musica nera se ne intende: in fondo né Eric Clapton né Stevie Ray Vaughan hanno mai suonato vero blues. Ci sono andati molto vicino, però. Lo stesso si può dire di
Chris Rea: da un englishman di origine frusinate, uomo dai 22 milioni di dischi venduti e dai fulgidi trascorsi pop, non ti puoi aspettare il blues sanguinante del Mississippi… Note rotonde, un canto sensuale da crooner e una bella serie di magie sulla sei corde, però, sì. Le 13 tracce di The Blue Jukebox proseguono sulla strada del sofferto Stony Road: la voce è calda, ben invecchiata, la chitarra slide scorre fluida, la padronanza del ritmo è assoluta. Un disco pieno di passione, fatto di musica che magari non brucia come il vero blues, ma di certo riesce a scaldare cuore e anima.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.