Formazione

Due giorni di tumulti popolari in Algeria

I morti, solo tra ieri e oggi, sono 15

di Gabriella Meroni

Circa 15 persone sono state uccise tra ieri ed oggi nel corso degli scontri tra polizia e manifestanti che sconvolgono la regione di Kabylia (a est di Algeri) a causa di gravi abusi della polizia e che hanno provocato finora decine di mortie numerosi feriti.

Lo affermano testimoni locali mentre le fonti ufficiali minimizzano: il ministero dell’interno ha ammesso finora solo la morte di una persona mercoledi’ scorso a Ouzellaguen, mentre gli abitanti della regione riferiscono di una situazione caratterizzata da sanguinosi scontri e veri e propri moti di piazza contro le forze dell’ordine in numerosissime localita’. Nella sola giornata di oggi nove persone sono rimaste uccise in varie localita’ della regione e ieri sono state registrate sei persone uccise, ma da ogni localita’ della regione giungono notizie di moti popolari, di gravi scontri e di morti. All’origine dei disordini vi sono due gravi abusi attribuiti alla polizia: un liceale di 18 anni e’ stato ucciso il 18 aprile scorso nella gendarmeria di Beni Douala da una raffica di mitra partita -secondo la polizia accidentalmente- dall’arma di un poliziotto, mentre la famiglia del giovane parla di ‘rapimento’ e di ‘assassinio’.

Il secondo episodio e’ avvenuto ad Amizour dove tre collegiali sono stati interrogati e picchiati duramente dalla polizia per avere partecipato ad una marcia in favore del riconoscimento ufficiale della lingua berbera.

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