Cultura

Prostituzione: don Benzi chiede ai monaci di pregare per il governo

Don Benzi chiede di «elevare preghiere continue al Signore perché possa smuovere i cuori dei parlamentari affinché non votino» la proposta di legge Bossi Fini Prestigiacomo

di Gabriella Meroni

«Non ci saremmo mai aspettati che questo governo emanasse una legge che favorisse il delitto dello sfruttamento della prostituzione»: così scrive don oreste Benzi in un comunicato, in cui fa sapere di aver chiesto a tutti i monasteri di clausura italiani di pregare affinché sia respinta la legge Bossi Fini Prestigiacomo sulla prostituzione. L’associazione Giovanni XXIII, fondata da don Benzi, lotta da tempo contro questa proposta di legge, che considera negativa perché «legittima la prostituzione» e «favorisce lo sfruttamento della prostituzione, abolendo due reati che la contrastavano efficacemente». Per questo nei mesi scorsi lo stesso don Benzi aveva incontrato berlusconi e altri esponenti del governo esponendogli le proprie perplessità e chiedendo modifiche al testo. Il 29 marzo, però, la proposta di legge non modificata sarà licenziata dalla Commissione Giustizia della Camera e inoltrata al Parlamento. «Fino a ora non abbiamo ottenuto nulla», scrive don Benzi, «neanche una proposta di mediazione. Allora abbiamo pensato di rivolgerci a tutti i monasteri di clausura, chiedendo ai religiosi e alle religiose di elevare preghiere continue al Signore perché possa smuovere i cuori dei parlamentari affinché non votino a favore di quella proposta di legge». «Vogliamo tutti elevare preghiere al Signore perché lo Stato italiano non compia questa infamia», conclude don Benzi, «di essere il primo favoreggiatore e di considerare la donna come macchina da piacere. Questa legge è una sciagura nazionale».


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