Cultura

Iraq. Mons. Casale: “Via le truppe dall’Iraq”

L'arcivescovo di Foggia dice: "Bravo Zapatero. Spero che l'Italia faccia altrettanto. Il 30 giugno data ultima per ritirare i soldati"

di Ettore Colombo

La linea Zapatero fa proseliti anche tra i vescovi. “E’ utile fissare una data, in questo caso al 30 giugno, per il ritiro delle truppe dall’Iraq”. Monsignor Giuseppe Casale, vescovo emerito di Foggia, non nasconde la speranza che anche l’Italia segua l’esempio spagnolo esercitando, nello stesso tempo (“finalmente”) pressioni sugli Usa per un maggiore coinvolgimento dell’Onu. “Bisogna trovare una soluzione; agire in tempi utili”. Monsignor Casale non si trattiene dal condannare la “scellerata” guerra contro Baghdad: “è stata un errore. Un grave errore. Da quel momento il terrorismo è divenuto più pericoloso. Come del resto si è verificato, purtroppo, anche giovedì scorso a Madrid”. Secondo il prelato il “terrorismo non si combatte solo con le armi, ma con un’azione di polizia internazionale, prosciugando le fonti di finanziamento, promuovendo, al contempo, la crescita economica e culturale del mondo arabo”. Condizione sine qua non per arrivare ad un risultato certo è “mettere fine alla madre di tutte le guerre, vale a dire il conflitto arabo-palestinese”. Il pacifismo non è un’utopia. “I cristiani non possono lasciare le sorti dell’umanità nelle mani dei potenti, che diventano prepotenti e che facilmente si alleano o diventano succubi dei mercanti d’armi – ha proseguito monsignor Casale – Così come non possiamo assistere al predominio del 20 per cento dei popoli ricchi che si spartiscono l’80 per cento del reddito mondiale”. Serve più equità. “Le basi della pace si costruiscono sulla base del rispetto dei diritti di ogni uomo. Ciò esige un quotidiano cammino affinchè vengano superati tutti gli squilibri. Non è possibile immaginare popoli costretti a vivere in condizioni di sottosviluppo, condannati alla fame, senza istruzione, esposti alle malattie, privi della libertà. E’ proprio in questo terreno di coltura che si sviluppano gli estremismi, i radicalismi, le esaltazioni pseudo-religiose, il terrorismo.

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