Formazione

Kosovo: la battaglia vista da un cooperante

Da Mitrovica parla Bruno Maggiolo. In città intanto la tensione fra albanesi, serbi e militari della Kfor è alle stelle. Almeno 7 i morti e centinaia i feriti

di Stefano Arduini

E’ altissima la tensione a Mitrovica, città nel nord del Kosovo divisa in due fra albanesi e serbi dopo l’annegamento di tre ragazzini albanesi costretti a gettarsi nel fiume Ibar inseguiti da un gruppo di serbi che li minacciava con i cani. L’episodio ha scatenato la reazione della popolazione albanese che armata anche di bombe a mano ha cercato di forzare i blocchi della kfor, la forza multinazionale di stanza in Kosovo, che tentava di impedire l’ingresso dei musulmani nella zona serba. “Le notizie sono frammentarie”, dice Bruno Maggiolo, cooperante del Cav for Kosovo, contattato telefonicamente da Vita.it, “in questo momento sono barricato in albergo nella parte serba, uscire è estremamente pericoloso. Pare addirittura che alcuni soldati della Kfor siano in fin di vita”. Maggiolo però non è sorpreso da questa escalation di violenza che avrebbe prodotto almeno 7 morti e centinaia di feriti: “Da mesi il clima era tesissimo, anzi pe la verità qui dalla fine della guerra (1999) ad oggi le due comunità non hanno mai smesso di combattersi in modo più o meno violento”.


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