Cultura

Scuola: a Milano è allarme bullismo

Vittime o aggressori, il fenome coinvolge il 64% degli alunni delle scuole elementari e il 50% di quelli delle medie

di Stefano Arduini

Il 64% degli alunni delle scuole elementari di Milano e il 50% di quelli delle medie ha avuto a che fare, come vittima o come aggressore, con il fenomeno del bullismo. I dati emergono da uno studio redatto da Nicola Iannacone per conto dell’Azienda Sanitaria e della Regione in 59 plessi milanesi (33 elementari e 26 medie) per un totale di 10.513 alunni (5.426 maschi e 5.087 femmine) dei quali 4.406 delle scuole elementari e 6.107 delle medie. L’eta’ media del campione delle scuole elementari e’ pari a 9,5 anni, mentre per le medie 12,6 anni. Dati allarmanti che pongono Milano al primo posto di una classifica sicuramente poco invidiabile. Il 51,9% dei bambini e il 48,3% delle bambine delle elementari hanno dichiarato di avere subito angherie e prepotenze dai bulli della scuola. Il 48,5% dei maschi e il 39,5% delle femmine hanno invece confessato di essere stati responsabili di episodi di bullismo. Percentuali meno elevate si riscontrano alle medie dove il 32% dei maschi e il 29,8% delle femmine hanno dichiarato di essere state vittime e il 37,9% degli alunni e il 30,9% delle alunne hanno confessato di avere commesso angherie nei confronti dei compagni. Un fenomeno inquietante e ancora poco conosciuto in quanto, spesso, i bambini e i ragazzi vittime tendono a nascondere agli insegnanti e ai genitori le violenze e i soprusi di cui sono vittime. Ma e’ un fenomeno preoccupante perche’ gli stessi curatori della ricerca hanno segnalato che i bulli hanno maggiori probabilita’ di una ”carriera deviante che li portera’ in molti casi ad avere problemi con le droghe e la giustizia prima dei 24 anni”. Considerazione non campata per aria se paragonata a cio’ che il Procuratore della Repubblica per i minorenni di Milano, Giovanni Ingrasci’, ha scritto nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, nella quale ha sottolineato l’aumento dei reati commessi dalle cosiddette baby gang: ”Si aggrava – aveva scritto il magistrato – l’allarme per la propensione al crimine di minori appartenenti a classi abbienti, propensione priva di giustificazioni socioeconomiche ma seriamente motivata da situazioni di abbandono morale da parte di famiglie incapaci di rappresentare un valido riferimento etico-educativo”. Ingrasci’ aveva appunto segnalato che le piccole rapine ed estorsioni da parte delle baby gang erano commesse ai danni dei coetanei. Facile immaginare che chi alle superiori costringe i compagni di classe a farsi consegnare telefonini, scarpe, giubbotti e denaro, alle elementari e alle medie abbia avuto una carriera da bullo. La ricerca ha messo in evidenza che rispetto al fenomeno quasi la meta’ degli insegnanti ha difficolta’ a riconoscere atti di bullismo che accadono nella propria classe. Allo stesso tempo anche i genitori evidenziano difficolta’ sia nel dialogo con i propri figli sia nell’aiutarli ad affrontare il problema.


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