Cultura

Iraq. Pezzotta: “Ora governo imiti Spagna”

Importante (e sensata) riflessione del segretario della Cisl sulla necessità di ritirarsi dall'Iraq

di Ettore Colombo

”I risultati delle elezioni spagnole mettono in evidenza quanto da tempo andiamo dicendo e che sta al fondo del ‘sentire’ delle persone comuni, quelle che normalmente indichiamo come popolo: la guerra – scrive il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta in un editoriale per Conquiste del Lavoro – oltre che non risolvere i problemi genera una spirale di violenza, occorre fermarla. ”Aver annunciato da parte del vincitore della competizione elettorale, che il nuovo governo spagnolo mettera’ un termine alla permanenza delle truppe spagnole in Iraq, come elemento di pressione sugli alleati per poterli costringere ad accelerare il subentro dell’Onu, e’ stato un atto di grande lungimiranza politica, al quale l’Europa e il nostro Governo dovrebbero guardare con attenzione e mettere in campo – sottolinea Pezzotta – una imitazione positiva. L’Europa potrebbe cosi’ ritrovare una sua unita’ di intenti e rappresentare un punto d’appoggio vero per il rafforzamento delle Nazioni Unite e del loro ruolo pacificatore”. ”Quanto sta avvenendo ci obbliga comunque ad ampliare le nostre riflessioni e a ricollocare i nostri pensieri in un nuovo scenario – continua Pezzotta. Se guardiamo il mondo alla luce degli ultimi sviluppi – dall’11 settembre all’intervento unilaterale anglo-americano in Iraq, all’ 11 marzo a Madrid – non possiamo non vedere – prosegue Pezzotta – come i vecchi meccanismi con cui si affrontavano i problemi mondiali, siano stati turbati. Ci si rende sempre piu’ conto che la pace e’ strettamente legata alla prosperita’, mentre la guerra e’ sempre generatrice di incertezze e stimola reazioni incontrollabili. “In questi nostri tempi travagliati la pace diventa una necessita’ da diversi punti di vista, ma la sua affermazione richiede un’uscita dall’unilateralismo, che l’attuale amministrazione americana ha cercato di imporre al mondo e al quale l’Europa ha risposto dividendosi. E’ tempo che si apra una discussione attenta e si dia vita a una reale battaglia politica sul ruolo e la funzione dei grandi organismi internazionali ad iniziare dalle Nazioni Unite. ”Il dibattito sulla riforma dell’Onu e dei vari organismi internazionali e’ oggi piu’ che mai necessario se si vuole rispondere al terrorismo in maniera efficace, molto di piu’ che discutere sull’opportunita’ di ulteriori azioni di guerra preventiva. Al terrorismo non si puo’ rispondere con leggi speciali o con l’incrudirsi delle azioni militari, anche perche’ questo e’ un nemico che non porta divise, che si nasconde ovunque e ovunque puo’ colpire. La risposta militare e’ inefficace e generatrice di nuova violenza. Con cio’ non si intende dire che bisogna fare a meno delle misure di sicurezza, ma solo affermare – rileva ancora il leader della Cisl – che bisogna andare oltre e che la risposta deve essere essenzialmente politica. Si deve rispondere con la democrazia, occorre che la logica del terrore non prenda il sopravvento sul nostro modo di concepire la convivenza”.


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