Formazione

Finanza etica, il futuro è in Europa

L’Italia è avanti grazie a una risoluzione parlamentare che riconosce a questo comparto finanziario un ruolo decisivo per lo sviluppo.

di Francesco Maggio

La finanza etica ha bisogno oggi di un salto di qualità. Di volare alto. Di oltrepassare gli angusti confini nazionali, di fare rete con tutte quelle realtà internazionali che da tempo sono impegnate in questo comparto sempre più importante della finanza. E quale miglior punto di riferimento dell?Europa, per mettere in pratica simili propositi? Evidentemente nessuno. Ne sono convinti alla Banca popolare etica che l?8 marzo ha festeggiato un importantissimo traguardo: i cinque anni dall?apertura del suo primo sportello a Padova. L?istituto di Piazzetta Forzatè, infatti, è volato nei giorni scorsi a Bruxelles e, in occasione della presentazione ufficiale di Sebea (il primo consorzio europeo di finanza etica) e Febea (la federazione europea delle banche etiche e alternative) ha lanciato un?iniziativa decisamente di alto profilo: quella di puntare alla definizione di un regolamento complessivo sulla finanza etica in sede di Commissione europea visto che nelle legislazioni nazionali dei singoli Stati non vi è una disciplina specifica in materia. «Si tratta di un passaggio fondamentale, ineludibile, se vogliamo davvero che la finanza etica abbia piena cittadinanza nell?Europa che stiamo costruendo», spiega Francesco Bicciato, responsabile delle relazioni internazionali della Banca Popolare etica, «il nostro auspicio è che la normativa europea riconosca e legittimi l?importanza e la diffusione della finanza etica come strumento di sviluppo locale e globale, di inclusione sociale, di lotta alle vecchie e nuove povertà». «Per una volta», prosegue Bicciato, «l?Italia parte da una posizione di avanguardia, l?approvazione, nel luglio dello scorso anno, della risoluzione parlamentare che riconosce l?importante ruolo socio-economico della finanza etica nel nostro Paese. È questa un?ottima piattaforma di base per mettere attorno a uno stesso tavolo i rappresentanti della finanza etica europea. Definire con questi linee guida condivise da sottoporre alla Commissione europea con l?auspicio che questa emani una direttiva che venga poi approvata in tempi brevi dal Parlamento europeo». Già, che possibilità ci sono che ciò avvenga in tempi relativamente contenuti? «Noi abbiamo presentato la nostra iniziativa nel Parlamento europeo», risponde Bicciato, «quindi in una sede istituzionale. Inoltre, già da tempo intratteniamo buoni rapporti con molti parlamentari. Il punto debole oggi è che il Parlamento è ormai a fine legislatura, quindi il nostro dialogo, per forza di cose, è ristretto a quei parlamentari che hanno buone probabilità di essere rieletti. Ma credo che non ci dovrebbero essere troppi intoppi». «L?importante», conclude il ?ministro degli esteri? della Banca popolare etica, «è che entro la fine dell?anno ci sia il documento finale da sottoporre alla Commissione. A quel punto si tratterà solo di aver fiducia nella lungimiranza, peraltro già altre volte dimostrata, delle istituzioni comunitarie».


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