Famiglia

Regalo un 8 marzo anche a loro

Donne. Quattro iniziative solidali.

di Antonietta Nembri

Amina/ La schiava dai cinque genitori

Nome: Amina, 20 anni
Paese: Uganda
Segni particolari: ha 20 fratelli

“Auguri a tutte le donne del mondo”, a quelle come Munri, 12 anni, figlia di una prostituta di Calcutta che ha davanti a sé come unica strada da seguire il mestiere della madre. O come Amina, 23 anni e 20 bambini da accudire a Bundibugyo, in Uganda. Fino a sei anni fa Amina viveva in una grande casa con il padre e le sue quattro mogli, poi il padre morì di Aids e nei tre anni successivi anche le mogli e la madre di Amina sono morte e lei è rimasta da sola con 20 fratelli. Oggi Amina può contare sull?aiuto delle donne di Bawilha, un?associazione fondata, con il supporto di Azione Donna, il progetto attivato tre anni fa da Azione Aiuto, da cinque vedove sieropositive.
Dal 2001 Action Aid ha dato il via a questa iniziativa per cambiare il destino delle donne più discriminate e ogni 8 marzo l?operazione viene rilanciata, ricordando quanto sia terribile la condizione femminile in alcune parti del mondo, e dando alle donne l?opportunità di portare un aiuto. Tre sono i progetti, in tre continenti, contro tre forme di emarginazione: traffico sessuale, Aids e fame. In Uganda Azione Donna lavora per garantire i servizi sociali di base; in Guatemala contro la fame al fianco delle donne Maya attraverso programmi di microcredito; in India ha un programma di assistenza sanitaria e istruzione alle donne costrette alla prostituzione.
Info: Azione Aiuto, tel. 02.742001

Marja/ Una mamma piccola piccola

Nome: Marja, 17 anni
Paese: Bulgaria
Segni particolari: ragazza madre

Nella Casa di Renata, in Bulgaria, hanno tutte lo stesso curriculum, storie simili e un?origine comune. Essere minorenni, ma allo stesso tempo essere considerate troppo grandi per continuare a vivere nell?istituto per bambini. Perché in quanto adolescente avresti l?età giusta per essere istituzionalizzata, come gli altri 34mila minori bulgari che vivono negli istituti statali. Ma come ragazza madre sei troppo grande. E come te tutte quelle che il direttore dell?istituto ha posto davanti alla scelta: abortire o andarsene. Andarsene vuol dire finire in mezzo alla strada, come rischiava di fare Marja, 17 anni e un piccolo nella pancia. Se non fossero intervenuti gli Amici dei Bambini con la Casa di Renata, a Sofia: la prima struttura che si occupa di ragazze madri in un Paese dove non esistono realtà simili, o strumenti di supporto alla maternità anche a livello legislativo.
Anche per questo, l?intervento che ha come partner Caritas Bulgaria è apprezzato pure dall?Agenzia per la protezione del fanciullo e dal ministero della Giustizia locali.
Una casa, non un altro orfanotrofio, non un istituto dove riprodurre l?unico modello di vita fino a quel momento conosciuto, ma un luogo in cui le ragazze madri crescono, allevano ed educano i propri figli. Evitando loro anche l?altro rischio: quello di finire per strada vittime di sfruttamento e prostituzione. E c?è pure la costruzione di un futuro di reinserimento sociale attraverso la qualificazione professionale e l?inserimento lavorativo, senza dimenticare l?aiuto nel ricostruire i legami con la famiglia d?origine.
Le baby mamme e i loro bambini possono essere aiutati attraverso il sostegno a distanza.

Info:
Amici dei Bambini

aibibulgaria@hotmail.com

Safina/Contro l?Aids cantò vittoria per prima.

Nome: Safina, 28 anni
Paese: Zimbabwe
Segni particolari:
sieropositiva e madre
di un bambino sano

Ci sono donne per le quali è tutto più difficile. E che al contempo sanno dimostrare un coraggio da leoni. Sono quelle come Safina, una giovane madre dello Zimbabwe, la prima ad aver aderito al progetto del Cesvi Fermiamo l?Aids sul nascere.
Aderirvi voleva però anche dichiarare la propria sieropositività, e non sarebbe stato facile. Ma lei la prima battaglia l?ha vinta: ha dato alla luce un bambino, Takunda (il nome significa “abbiamo vinto”), che ai primi di maggio compirà tre anni. È sano, fuori pericolo, ma su di lui, come del resto sugli oltre mille neonati del progetto, incombe un altro pericolo: quello di rimanere soli.
È la nuova sfida che il Cesvi ha deciso di affrontare. Sono ormai centinaia le mamme che rischiano di ammalarsi, poiché la loro sieropositività può trasformarsi in Aids conclamato. Tutte dovrebbero seguire la terapia antiretrovirale. Al momento sono un centinaio le mamme selezionate per iniziare la terapia: Safina è già in cura, ma altre 99 attendono il sostegno a distanza dall?Italia. Con 1 euro al giorno si garantisce la cura, 365 euro all?anno per dare a Safina e alle altre la speranza di vedere crescere i propri figli.

Info:
Cesvi

Jamila/Chi non la adotterebbe?

Nome: Jamila, vedova
Paese: Afghanistan
Segni particolari:
ha avviato un?impresa

“Ogni donna è Jamila”: è lo slogan scelto per presentare l?omonimo progetto della Fondazione Pangea. Jamila è una vedova di Kabul: una non-persona per la società afghana all?interno della quale si esiste in quanto figlia, sorella, moglie o madre ?di?. Ma per chi, come a Jamila, il destino ha riservato la vedovanza, non c?è futuro. Non si è nessuno. Su Jamila e la sua voglia di riscatto ha scommesso Simona Lanzoni di Pangea onlus. Nella nuova Costituzione la condizione delle donne ha fatto dei passi avanti, ma prima che dalle enunciazioni si passi alla realtà rischia di passare del tempo. Troppo per le tante Jamila alle quali nessuno fa credito, perché prive di un uomo che faccia da garante. E così restano escluse dai tanti programmi di microcredito attivati, e a loro non resta che la prostituzione e la mendicità.
Pangea a Kabul ha deciso di lanciare un progetto di microcredito diretto alle donne. E così dopo Jamila sono state tante, un centinaio a oggi, le donne che si sono scoperte imprenditrici, tanti e diversi i microprogetti d?impresa: dalla sartoria al make up per la preparazione delle spose (che in Afghanistan è un?operazione che dura settimane) alla vendita e creazione di dolci, all?allevamento. Si sono realizzati anche corsi di formazione. Ora ci sono oltre 600 donne che hanno creato un progetto pronto per essere finanziato: a ognuna andranno 100 euro, il rimborso è poi previsto in micro-tranche settimanali. In occasione dell?8 marzo Pangea onlus lancia una ?adozione a distanza? da donna a donna. L?invito è quello di sostenere le vedove, ma anche le orfane, afghane a costruirsi un futuro.

Info: Pangea, tel. 02.733202

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.