L'arte che include
Lunaria, quel ponte di umanità sullo Stretto
Una cooperativa sociale, fondata a Messina nel 2012 per lavorare sull'inclusione dei bambini con disabilità, ha vinto la prima edizione del Premio "Nati per la musica", che vuol esaltare l'uso delle musica nella crescita dei più piccoli. Alle tre società fondatrici il riconoscimento per l'arte-terapia che praticano, anche musicale e teatrale. Le abbiamo incontrate
«Una mattina sono arrivata al lavoro con i miei pensieri e non ero tranquilla. Incrocio una delle nostre ragazze del centro che mi chiede come sto e io, riprendendo la mia centratura, le rispondo che sto molto bene. Ma lei non mi crede e mi dice, “vieni qui che ti voglio abbracciare”».
«Non si può mentire ai nostri ragazzi», mi racconta Alessandra Licata, socia fondatrice di Lunaria, una cooperativa sociale per ragazzi con difficoltà nata a Messina nel 2012, grazie alla intuizione, tutta – per ora – al femminile di tre siciliane d’azione.
Il progetto, insieme a Serena Dascola, e Isolina Vanadia, è quello di creare un luogo per chi ha più bisogno, soprattutto alla conclusione delle scuole d’obbligo: «Quello è un passaggio in cui tutti i ragazzi hanno un momento di smarrimento, a maggior ragione i ragazzi disabili che hanno meno possibilità di lavorare, di partire autonomamente, di essere indipendenti e per cui è nato questo centro, dove la mattina ci sono solo i disabili e il pomeriggio ci sono momenti educativi per tutta l’infanzia».
Un ponte di umanità sullo Stretto
Nel centro di Messina, c’è questo luogo, con grandi finestre e porte aperte, dove si progetta, si accoglie, si lavora con chi ha più bisogno. La città dello Stretto, che vive tra i due mari, ha già un ponte di umanità che contraddice «quella tendenza tutta nostra a non apprezzare quello che abbiamo, cercando sempre altrove, senza pensare che nella nostra città giovani forze stanno pian piano riprendendosi spazi comuni, per dar vita a diverse attività sociali e culturali. Io non voglio lamentarmi, voglio lavorare bene e fare rete», dice Alessandra che ha scoperto questa sua vocazione all’infanzia e ai disabili perché ha una sorella speciale, con la quale è cresciuta e che le ha aperto una porta su questo mondo, consapevole di tutte le esigenze delle famiglie e delle fatiche che portano, ma soprattutto del potenziale umano ed educativo che si sperimenta stando con questi ragazzi, e adulti.
Arte come gioco ed educazione
Alessandra Licata usa l’arte per giocare, imparare, insegnar e vivere con questi ragazzi: dal teatro dei burattini alla musica alla pittura. L’arteterapia l’ha studiata bene dopo gli studi umanistici e nel sangue ha un nonno pittore, che forse le ha dato la via d’accesso alla disabilità vissuta in modo creativo ed efficace.
La sua Messina, che spesso trascura la bellezza, la vuole riportare su piano del proprio patrimonio artistico, culturale e sociale. E la risposta umana a questi progetti è notevole: «Poi invece, in moto, scopri che sono tante le persone che si danno da fare, quelle con cui noi anche collaboriamo che si attivano anche molto nelle zone più a rischio, nelle zone disagiate con i ragazzi che passano per il tribunale dei minori, con quelli che vivono gravi con la disabilità e c’è sempre da poter collaborare e costruire». Seminari, incontri di formazione, laboratori, studio e accoglienza di altre realtà per progettare insieme… tutto un brulicare di attività tra il sole cocente e il mare che non dà proprio l’idea di gente che se ne sta lì ad aspettare che lo Stato cambi la situazione.
«Non siamo a dare un foglio da colorare»
I progetti comuni con altre associazioni sono un punto di interesse forte perché – dice Alessandra – questa rete cambia a fisionomia sociale di una città dalle Istituzioni alle famiglie. «Non siamo lì a dare un foglio da colorare ai ragazzi con disabilità per fargli passare la mattinata e il rapporto con loro è così coinvolgente che abbiamo dovuto imparare anche a lasciarli andare: quando ti leghi e le loro vite cambiano, o si trasferiscono, lo strappo si sente».
Mi colpisce il racconto dei lavori con gli alberi che fanno perché sono elementi della natura sempre affascinanti e perché sono una grande metafora della loro vita, con le radici, i rami, la famiglia di appartenenza e la voglia di crescere. Lavorano con piccoli gruppi per riuscire a seguire ogni persona individualmente e sono aperti alla ricezione del volontariato perché la fatica di poter assumere altri è reale. Attraverso i bandi e i progetti da costruire vivono un attaccamento reale al territorio nel tentativo di rispondere a esigenze concrete, sempre attraverso la bellezza, come via facilitante.
Premiati da Nati per la musica
E questa partecipazione ai progetti ha fatto sì che, quest’anno, Lunaria arrivasse alle cronache nazionali.
Ho conosciuto infatti Alessandra Licata e la sua vicenda professionale perché proprio lo scorso 26 giugno, la cooperativa ha vinto il Premio nazionale “Nati per la Musica”, in occasione della “Giornata regionale Nati per la Musica Calabria”. A Mileto (VV), dove si è svolta la premiazione si rinnova l’impegno di “Nati per la musica”, che promuove le buone pratiche musicali in famiglia come strumento di relazione, «dalla gravidanza ai 6 anni».
Questa realtà, ormai presente su scala nazionale, attua un programma in collaborazione con i pediatri di famiglia, i musicisti, gli educatori, i bibliotecari, centrato sulla relazione genitore/adulto-bambino: i loro obiettivi sono quelli di informare e sensibilizzare genitori, pediatri, operatori sanitari ed educatori sull’importanza dell’espressione sonora e della pratica musicale nella crescita della persona intesa nella sua globalità. Proporre tale pratica, diffondere le conoscenze sullo sviluppo cognitivo del bambino educato alla musica, e raccontare le esperienze significative.
Questo Premio, è stato proposto a seguito delle attività svolte su tutto il territorio nazionale ha voluto considerare con attenzione l’impatto in contesti di povertà educativa, di isolamento sociale della famiglia, in quelle situazioni in cui il bambino non frequenta agenzie educative prescolari e a rischio dispersione, incluse quelle legate a condizioni di disabilità psicofisiche di minori e-o adulti di riferimento e in tutti i casi di fragilità familiare e della capacità dei progetti locali di garantire. Con lo scopo di ritrovare e garantire in contesti difficili, rafforzamento del rapporto genitore-figlio e un concreto sostegno alla genitorialità.
Lunaria numero #1
La cooperativa messinese di Alessandra e delle sue socie ha vinto la prima edizione. Altri protagonisti sono stati i vincitori del premio speciale “don Francesco Mottola” ex aequo alla pediatra di famiglia, Uta Bartman (Monte San Biagio, Latina) e al pediatra Salvatore Braghò, primario dell’Ospedale di Vibo Valentia, che si sono distinti per aver promosso, nel modo più efficace e continuativo, la pratica della musica in famiglia fin dalla più tenera età.
Così, con Alessandra Licata e Lunaria, la bellezza partecipata entra per le vie del disagio e vive come un albero che vuole sì mettere radici nel proprio territorio, ma aprirsi al mondo intero.
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