Formazione

Droga: il Consiglio dei ministri approva il ddl Fin. Le reazioni

La novita' piu' rilevante e' la caduta della differenza fra 'leggere' e 'pesanti' per le sanzioni amministrative. Le reazioni.

di Redazione

Via libera del governo al ddl Fini sulla droga. Il Consiglio dei ministri, si legge in una nota, su proposta del vicepremier e dei ministri Beppe Pisanu e Roberto Castelli, ha approvato ”un disegno di legge che modifica profondamente la disciplina attualmente in vigore sull’uso di stupefacenti e di sostanze psicotrope, nonche’ sulla cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza, la cui novita’ piu’ rilevante e’ la caduta della differenza fra droghe ‘leggere’ e ‘pesanti’ per quanto riguarda le sanzioni amministrative”. La ”filosofia da cui muove la riforma -continua il comunicato- ruota attorno al principio cardine che detenzione, uso e spaccio di ogni tipo di stupefacenti sono, comunque, illeciti da reprimere con misure amministrative o penali. Parallelamente si da’ impulso a strategie di prevenzione e dissuasione sia interne che internazionali”. PEZZOTTA, ACLI E DON MAZZI, NO A VIA SANZIONATORIA No al sistema sanzionatorio: lo affermano in un documento congiunto alcuni esponenti della societa’ civile, Savino Pezzotta, segretario generale Cisl, Luigi Bobba, presidente Acli, Don Egidio Smacchia, presidente Fict (Federazione italiana Comunita’ terapeutiche) e Don Antonio Mazzi, presidente della Comunita’ Exodus. ”Alla luce dell’approvazione del Ddl Fini – si legge nel documento – nel nostro ragionamento di fondo mettiamo la centralita’ della persona e la priorita’ dell’educazione” in un percorso, continua, che tenda ad ”acquisire il punto di vista trasversale della condizione adolescenziale”. Tre i punti decisivi individuati nel documento nelle politiche contro la droga: produrre norme ispirate al principio ‘Drogarsi non e’ un diritto’ fondate sulla centralita’ della dimensione educativo e non su quella sanzionatoria; costruire e accompagnare un sistema integrato tra servizi accreditati a gestione pubblica e a gestione no profit; evitare il collasso delle comunita’ terapeutiche, ferme restando le necessita’ di sostenere adeguatamente l’insieme dei servizi delle dipendenze. Ed ancora: ”la riduzione del danno e l’uso indiscriminato del metadone non possono essere la strategia ma una modalita’ utile in alcuni casi per accompagnare e sostenere una prospettiva di cambiamento”. Le proposte avanzate nel documento congiunto puntano a ”politiche che rendano piu’ accoglienti e interattivi con i giovani gli ambiti di vita significativi: la famiglia, la scuola, il mondo del lavoro, gli organismi educativi e la socializzazione. Occorre per questo – continua – garantire risorse economiche e materiali”. Ed e’ proprio intorno alle politiche di incentivo alle famiglie che Pezzotta, Bobba, Smacchia e Mazzi incalzano: ”La famiglia – si legge – deve essere riconosciuta nel suo ruolo di promozione e educazione delle giovani generazioni. Per questo va costituita una politica che sia frutto di una strategia integrata almeno su tre piani: sostegno fiscale, organizzazione dei servizi e rimodulazione dei tempi di lavoro”. MUCCIOLI, UNA LEGGE CON PRINCIPI INNOVATORI ”Sul piano del principio sono numerosissimi gli elementi che innovano la legge in senso molto positivo, perche’ i tossicodipendenti devono essere sollecitati ad avviare un percorso di recupero. E trovo quanto mai giusto, era ora, affermare che tutte le droghe creano sballo, che sono una risposta sbagliata ad un disagio, che sono pericolose”. E’ il parere di Andrea Muccioli, coordinatore della comunita’ di San Patrignano, sul Ddl Fini sulla droga. Ma per dare una valutazione definitiva, secondo Muccioli, sara’ necessario attendere l’ attuazione concreta della legge: ”Si possono fare valutazioni sui principi ispiratori – ha spiegato – ma per fare una valutazione di merito su quanto puo’ positivamente innovare nel concreto, sara’ indispensabile aspettare la realizzazione degli strumenti attuativi. Innanzitutto, sara’ necessario verificare se questi strumenti verranno realmente realizzati, e poi in che modo, con che tempi, con quale disponibilita’ anche finanziaria. Detto questo io penso che se ci sara’ una concreta realizzazione degli strumenti attuativi per rendere questa legge praticabile, noi operatori – ma soprattutto le famiglie e i ragazzi – saremo dotati di piu’ strumenti e piu’ possibilita’ per affrontare il problema in modo piu’ consapevole e piu’ efficace”. ”Oggi – ricorda Muccioli – siamo scesi anche sotto i 13 anni come primo consumo di droga, e i ragazzi che consumano sono in un numero esponenzialmente piu’ grande rispetto a dieci anni fa. Oggi la meta’ degli adolescenti usa droga senza rendersi conto di quello che usa. Con la nuova legge verranno fermati rispetto ad un uso e un abuso di queste sostanze. E la legge non dice che dovranno essere mandati tutti in galera, dice rieduchiamoli, facciamogli fare del servizio civile, mettiamoli a confronto con una realta’ che li costringa a cambiare strada e vita. Qui si entra nel campo degli strumenti di attuazione. Se verranno realizzati e ci sara’ piu’ possibilita’ di educarli a una vita responsabile allora la legge sara’ una legge moderna. Se rimarra’ uno sterile dettato normativo, non verra’ cambiata la dimensione di un problema che angoscia molte famiglie e che sta aggredendo la nostra societa’ nelle sue fasce piu’ deboli e piu’ giovani, in maniera sempre piu’ larga e drammatica”.


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