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Un centinaio di operatori lasciati senza contratto. La Farnesina taglia i cooperanti

Con una legge del 96 il governo si accolla i contributi di medici e infermieri in aspettativa per andare nel sud del mondo. Ora invece…

di Carlotta Jesi

Chi deve pagare i contributi ai cooperanti italiani in missione all?estero, le ong con cui lavorano o la Farnesina che li mette sotto contratto? Fino all?11 febbraio, la risposta a questa domanda era chiara: il ministero degli Esteri, alla cui guida ora c?è Franco Frattini. In base alla legge 426 del 1996 il governo si impegna a mettere sotto contratto anche i cooperanti e i volontari inseriti in progetti di sviluppo finanziati da organismi internazionali come l?Unione europea. Cioè circa un centinaio di operatori umanitari l?anno, in gran parte medici e infermieri dipendenti di enti pubblici, che del contratto con la Farnesina hanno bisogno per ottenere un?aspettativa dal loro datore di lavoro e partire. “Ma dall?11 febbraio, le nostre missioni rischiano di rimanere senza personale”, denuncia Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle ong italiane, “da un giorno all?altro, infatti, il ministero ha annunciato l?interruzione della registrazione dei contratti”.
Il motivo? Marelli ha pochi dubbi: i contributi previdenziali e sanitari di cooperanti e volontari. “La Farnesina vuole che siano le ong a pagarli”. Ong che, in linea di principio, non sono contrarie ad accollarsi queste spese… “Il problema è un altro”, spiega il direttore generale dell?Avsi, Alberto Piatti. “A quali casse e amministrazioni vanno versati questi contributi? In attesa che qualcuno risponda a questa domanda, noi abbiamo 15 operatori impegnati in Paesi pericolosi come il Nord Uganda che rischiano di tornare a casa”.
Si tratta di un contratto, spiega Sergio Marelli, “cui ricorriamo solo per il 6% di tutti i cooperanti e volontari che mandiamo in missione: i dipendenti pubblici che hanno bisogno di prendersi un?aspettativa per partire in missione. Facendo due calcoli, si arriva a 80, 100 operatori ogni anno. Sembrano pochi, ma bloccare il contratto di 80 persone significa sospendere 80 progetti di sviluppo”.
Come risponde la Farnesina? Il 2 marzo le ong vengono rassicurate: per gli 8 contratti che risultano in attesa di approvazione, non c?è problema. Per presentare nuove domande, invece, bisognerà aspettare che la Farnesina fissi un contingente massimo di cooperanti e volontari da contrattualizzare, come previsto dalla legge. Tutto finito, dunque? Piatti è del parere opposto: “Questa legge è in vigore da nove anni, l?abbiamo ottenuta a fatica nel momento più buio della cooperazione. Se dopo i fondi, oggi tagliamo anche le risorse umane, cosa resta?”. Interpellato da Vita, l?Ufficio 7 della Cooperazione risponde così: “La necessità di fissare un contingente si impone per non erodere ulteriormente un bilancio già critico: il costo di un cooperante in missione per noi è di 2mila euro al mese. Cercheremo di risolvere il problema dei contratti con le ong”.

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