Volontariato

Betancourt, storia di un sequestro annunciato

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

Il sindaco di Roma, Walter Veltroni è andato a Bogotà a fine febbraio per portare la sua testimonianza personale mentre la Colombia ricordava il sequestro di Ingrid Betancourt, una leader colombiana della lotta anti corruzione e anti povertà, sequestrata e mai liberata dai guerriglieri delle Farc, le forze armate rivoluzionarie colombiane. Con la Betancourt hanno perso la libertà allo stesso modo migliaia di colombiani ricchi e poveri, compresi perfino vecchie e bambini piccoli. Nel complicato conflitto colombiano molti cercano vie di pace. La Chiesa cerca cammini di riconciliazione, il governo propone pene alternative ai guerriglieri e ai terroristi per convincerli a deporre le armi. Le Nazioni Unite insistono che l?amnistia e la cancellazione dalla memoria collettiva dei crimini commessi non sono più accettabili in un mondo moderno, sotto la legge universale dei diritti umani. La Francia, dove la Betancourt è notissima oltre che protetta dalla cittadinanza francese, offre asilo politico ai guerriglieri che liberano gli ostaggi e depongono le armi. L?Italia ha promesso un appoggio ai programmi di liberazione dei bambini dalle forme peggiori di violenza nel conflitto e un programma di aiuto alla conversione delle coltivazioni illecite di coca e di oppio. Fuori e dentro il Paese sono centinaia gli altri sforzi di pace per ridurre il conflitto colombiano. Nel 2001, nel suo splendido libro Forse mi uccideranno domani, la Betancourt, prima di essere sequestrata avvisava già: “E neppure può essere cercata questa pace senza parlare lucidamente e sinceramente della droga e dei legami troppo stretti fra narcotrafficanti e guerriglieri…”. Un impegno su questo punto è ?conditio sine qua non? per l?avvio di qualunque processo di pace. Forse i potenti della terra non l?hanno capito. Gli americani premono per una rapida riduzione del 50% della produzione di coca e cocaina, senza però un impegno alla riduzione contemporanea dei consumi di cocaina. Gli europei non hanno riorientato i loro aiuti verso lo sviluppo alternativo in sostituzione delle coltivazioni illecite, come invece avevano promesso nella Dichiarazione di Londra del 2003, firmata da 24 Paesi. “A questo punto, sarò uccisa anch?io?”, si chiede la Betancourt in chiusura del suo libro. E poi si risponde e si propone: “… Amo appassionatamente la vita… ma il nostro tessuto sociale è profondamente leso. Gli unici sistemi collettivi efficienti sono quelli della droga, della corruzione, del crimine organizzato. Bisogna invertire le forze… il nero deve diventare bianco… voglio farlo”. Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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