Lavori di pubblica utilità
Accordo tra ministero della Giustizia e CsvNet sulla messa alla prova per adulti
Il protocollo promuove la sottoscrizione di convenzioni locali tra i Centri di servizio per il volontariato, gli enti del Terzo settore e i tribunali territoriali. Oltre 24mila persone hanno usufruito dei due istituti nel 2022
di Redazione
CsvNet e ministero della Giustizia hanno siglato un accordo per promuovere la sottoscrizione di convenzioni locali tra i Centri di servizio per il volontariato – Csv, gli enti del Terzo settore e i tribunali territoriali. L’obiettivo è quello di ampliare e diversificare ulteriormente le opportunità di svolgimento del lavoro di pubblica utilità ai fini della messa alla prova per adulti. Il protocollo nazionale è stato firmato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dalla presidente di CsvNet, Chiara Tommasini, in rappresentanza dei 49 Csv italiani.
In dieci anni dalla sua istituzione, la messa alla prova è diventata un volano importante per valorizzare un’Italia diversa, attiva e solidale: quella di migliaia di associazioni che aprono le porte a chi è alle prese con la giustizia, anche se per reati minori. Secondo gli ultimi dati forniti dal dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, solo nel 2022 oltre 24mila persone hanno usufruito dei due istituti, impegnandosi, nell’87% dei casi, nel supporto in attività socioassistenziali e sanitarie. La messa alla prova, infatti, prevede la sospensione del procedimento per l’imputato che ha la possibilità di evitare la condanna, impegnandosi in opere a favore della collettività. Il lavoro di pubblica utilità coinvolge invece i condannati per reati minori e consente di scontare la pena svolgendo ore di lavoro non retribuito all’interno di strutture convenzionate con il ministero.
Oltre agli Enti di terzo settore, diversi Csv in questi anni hanno esercitato un ruolo fondamentale di ponte tra gli Uffici di esecuzione penale esterna – Uepe e le associazioni locali, disponibili ad accogliere persone interessate da queste misure alternative al carcere. Molti, infatti, hanno siglato specifici accordi con gli Uepe del proprio territorio di riferimento.
Al centro dell’accordo tra CsvNet e ministero ci sono proprio i Csv che, insieme agli enti e alle associazioni che hanno volontari ad essi aderenti, possono favorire l’attivazione di nuove convenzioni con i tribunali ordinari per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità, attraverso la mediazione e il supporto degli Uepe. Questo consentirà di affrontare meglio la crescente richiesta di ulteriori posti per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità in settori a forte impatto sociale.
«Siamo molto soddisfatti di questo accordo, che rappresenta un passo importante verso il rafforzamento del ruolo delle associazioni del Terzo settore nel sistema di giustizia di comunità», sottolinea Chiara Tommasini. «La messa alla prova e i lavori di pubblica utilità sono strumenti fondamentali per promuovere l’inclusione sociale e offrire una seconda opportunità a chi ha commesso reati minori. Il protocollo nazionale non amplia solo le opportunità di collaborazione tra i Centri di servizio per il volontariato e i tribunali, ma riconosce anche l’impegno quotidiano delle associazioni nel sostenere chi si trova in situazioni difficili. Un passo importante, a cui si è giunti anche grazie al protocollo siglato tempo fa con la Conferenza nazionale volontariato e giustizia e che, insieme al recente accordo siglato con l’Anci nazionale, testimonia l’impegno di tutto il sistema dei Csv per dare un maggiore protagonismo agli Ets, coinvolti grazie alla riforma normativa, non solo nel realizzare le politiche pubbliche ma anche nel collaborare alla loro programmazione e progettazione».
Il protocollo nazionale, curato dalla direzione generale per l’Esecuzione penale esterna e di messa alla prova del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, rappresenta un ulteriore e significativo progresso verso il potenziamento – anche in Italia – di un modello di giustizia di comunità in linea con le principali tradizioni europee.
Credit: foto Tingey Injury Law Firm su Unsplash
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.