Cultura

Horst Koehler (FMI) candidato alla presidenza tedesca

Si apre la corsa alla successione

di Francesco Maggio

Horst Koehler, direttore generale del Fondo monetario internazionale, sarà candidato alla presidenza della repubblica tedesca. La notizia non coglie di sorpresa le organizzazioni finanziarie di Washington, dove dell?ipotesi e del suo impatto sugli equilibri interni all’Fmi si discute da giorni. La candidatura di Koehler, sostenuta dai partiti dell?opposizione di centro-destra, che controllano l?assemblea speciale che il 23 maggio eleggerà il capo dello Stato tedesco, ne rende quasi sicura l’elezione. Succedendo al socialdemocratico Johannes Rau e diventando il nono capo dello Stato tedesco del dopoguerra, Koehler aprirà un vuoto al vertice dell?Fmi, dove è da circa quattro anni. E di fatto, almeno nelle consultazioni informali, s?è già aperta la corsa alla successione; e nelle chiacchiere dei funzionari, il ‘toto direttore generale’. Il posto è tradizionalmente occupato da un europeo e, prima di Koehler, era stato a lungo tenuto da un francese. Le fonti del Fondo autorizzate, per il momento, non fanno commenti, pur se una presa di posizione e’ annunciata in giornata. Fonti che chiedono di non essere citate esprimono, da una parte, soddisfazione per la candidatura di Koeheler alla presidenza tedesca, che prova il prestigio e l?autorevolezza del Fondo monetario, indubbi specie in Europa e nei Paesi emergenti e in via di sviluppo che ne traggono più vantaggio. D?altra parte, c?è la preoccupazione che la corsa alla successione non crei frizioni e tensioni fra i Paesi, e i gruppi di Paesi, del Fondo. Nel 2000, la successione del francese Michel Camdessus non fu facilissima. L?accordo su una candidatura europea fu prima trovato sul nome del tedesco Caio Koch-Weser, che non raccolse però i consensi necessari nel Fondo monetario, soprattutto per una sorta di veto degli Stati Uniti, e poi su quello di Koehler, che era allora presidente della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Al momento, la corsa alla successione s?annuncia del tutto aperta: il fatto che il posto sia occupato da un europeo è una tradizione, ma non è acquisito per statuto. Ci possono, quindi, essere candidature giapponesi e teoricamente statunitensi, anche se gli Stati Uniti hanno già diritto di scelta sulla presidenza della Banca Mondiale. Il presidente della Commissione europea Romano Prodi, che è oggi a Berlino, pensa – riferiscono fondi di stampa in contatto con i suoi collaboratori – che il posto debba restare europeo. E, fra gli europei, candidature francesi e tedesche potrebbero, oggi, suscitare diffidenze o ostilità statunitensi, dopo le tensioni e le incomprensioni sulla guerra all’Iraq. Questo, si dice a Washington in ambienti del Fondo, senza però alcun riscontro formale, potrebbe aumentare le possibilità di candidature da altri Paesi, come Italia o Spagna o altri ancora. Nel 2000, s?erano già fatti nomi di politici o tecnici italiani che godono di prestigio internazionale negli ambienti finanziari e che hanno esperienza di Fondo, come -ad esempio- Giuliano Amato, Lamberto Dini e Mario Draghi. Ma, se l?Italia dovesse sostenere un proprio candidato, altri nomi potrebbero venire dall?attuale maggioranza. Intanto, in Francia si fa l?ipotesi di Jean Lemierre, che è presidente della Bers, occupa cioé il posto che fece da trampolino a Koehler.


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