Cultura
Iraq: Forum Terzo settore e ong, “E’ l’ora di una svolta”
I portavoce del Forum del Terzo settore e Sergio Marelli presidente dell'associazione ong, firmano un articolo su L'Unità a proposito del voto sulla missione italiana
Riportiamo il testo integrale dell’articolo
Il Forum permanente del Terzo Settore ha recentemente approvato un documento fortemente critico sulla situazione creata dalla guerra e dall’occupazione militare illegale dell’Iraq. Abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento di assumere una decisione netta e di svolta di fronte ad uno scenario di giorno in giorno più pericoloso e violento, in cui è essenziale e urgente restituire piena sovranità al popolo iracheno, dentro un percorso garantito dall’Onu e da una presenza internazionale che operi sotto la sua egida. Siamo tornati a sottolineare che questa è la principale condizione per una efficace iniziativa di lotta al terrorismo che, invece, l’occupazione militare illegale rischia di facilitare nella sua azione devastante.
L’atteggiamento del Governo ci preoccupa per l’inazione e la subalternità che lo ha caratterizzato e avvertiamo l’urgenza di un cambiamento di posizione e di ruolo dell’Italia di fronte al fallimento della guerra e del dopoguerra in Iraq. Per questo abbiamo aderito alla piattaforma con la quale la Tavola della Pace ha risposto all’appello dei movimenti pacifisti degli U.S.A. a manifestare in tutto il mondo il 20 Marzo prossimo per chiedere la fine dell’occupazione militare illegale dell’Iraq.
Ci unisce alla Tavola della Pace un lungo sodalizio di ispirazione e di cultura pacifista aperta e fattiva che ha come riferimento le Marce della Pace da Perugia ad Assisi e lo spirito con cui si svolgono : radicalità di contenuti, disponibilità al confronto con tutti, apertura verso ogni contributo di pace.
Le polemiche di questi giorni sul voto parlamentare del decretone di rifinanziamento delle missioni militari italiane,tra cui quella in Iraq, ci lasciano un sentimento di sconforto e di rabbia.
A leggere le posizioni di ognuno parrebbe di riscontrare, pur nelle differenti motivazioni ed opzioni, uno schieramento contro l’occupazione militare illegale dell’Iraq vasto quanto quello grandissimo che dette luogo alle gigantesche mobilitazioni contro la guerra dello scorso Febbraio 2003. Invece ci troviamo di fronte a polemiche e divisioni profonde e, per noi, incomprensibili.
Da un lato si paventa che un voto semplicemente contrario al rifinanziamento delle missioni, lascerebbe scoperti i nostri militari e significherebbe un disimpegno inaccettabile (anche per noi !) dal caos del dopoguerra iracheno. Noi pensiamo che un voto in Parlamento dovrebbe rispecchiare un giudizio sereno e, come in questo caso, preoccupato sulla politica del Governo, come si fa sulla Finanziaria, quando necessario, senza che un voto negativo lasci scoperte le casse del Paese. Anzi, noi ci sentiamo solidali con i nostri soldati(quelli morti e quelli oggi presenti a Nassirya) e vorremmo che la loro missione avesse un senso, in un quadro diverso e non esposto ad un rischio ingiustificato.
D’altro lato, si carica su questo voto tutto il peso della vicenda irachena, delle sue prospettive, delle sue contraddizioni sospingendole dentro la polemica elettorale e le dinamiche di ristrutturazione del sistema politico italiano. Ciò che di certo non è la priorità di chi è teso a costruire lo schieramento amplissimo che è necessario a vincere la sfida di porre termine all’occupazione militare illegale e di restituire all’ Iraq una prospettiva credibile.
Di più, in questo clima surriscaldato, alcuni esponenti di movimento si arrogano il diritto di emettere sentenze su chi ha o non ha diritto a partecipare alle libere manifestazioni, rappresentando nel migliore dei casi, non più di una parte dei movimenti attivi nel paese e promotori delle mobilitazioni del 20 Marzo, con un linguaggio ed uno stile talora riprovevole ed autolesionista per un movimento che voglia davvero incidere sull’opinione pubblica e sulla politica.
Noi continuiamo a pensare che la situazione in Iraq sia insostenibile, che sia un pericolo per il Medio Oriente e per il mondo, che a questa si aggiunge l’aggravarsi di giorno in giorno della situazione in Israele e Palestina, che l’Italia e l’Europa devono fare qualcosa, che il nostro Parlamento dovrebbe assumere una netta posizione di svolta o di opposizione all’inerzia colpevole del Governo e che le forze che esprimono la nostra stessa preoccupazione dovrebbero avere una posizione ampiamente unitaria nel senso e nella sostanza da dare a questo voto, nei rapporti parlamentari, nella mobilitazione, anche scontando differenti posizioni politiche e differenti comportamenti, perché la priorità è far esprimere la preoccupazione e la contrarietà del paese all’avventurismo dell’occupazione militare e della partecipazione supina dell?Italia a questa avventura già fallita. Tutto il resto ci sembra strumentale e privo di senso e finisce per alleviare le difficoltà del governo a mantenere le sue posizioni.
Per parte nostra ci adopereremo di conseguenza a garantire la continuità di questo impegno politico, della partecipazione della gente, dell’espressione di un grande movimento unitario in Italia contro la guerra, aperto a tutti coloro che vogliano fare qualcosa per uscire da questa drammatica e pericolosa situazione.
I Portavoce Nazionali del
FORUM PERMANENTE DEL TERZO SETTORE
Edoardo Patriarca
Giampiero Rasimelli
Il Presidente della
ASSOCIAZIONE DELLE ONG ITALIANE
Sergio Marelli
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