Salute
Medico di base per gli homeless, il sì della Camera
Per le persone senza dimora il diritto alla salute è spesso una chimera. Per avere un medico di medicina generale occorre avere la residenza, senza di essa resta solo il Pronto soccorso. Ed è qui che interviene la proposta di legge a firma Marco Furfaro, approvata all’unanimità alla Camera. Il testo passa quindi al Senato. Il via alla sperimentazione è prevista dal gennaio 2025 nelle città metropolitane
Con l’approvazione all’unanimità della proposta di legge 433 alla Camera si avvicina anche per i senza dimora la possibilità di poter avere un medico di base. L’iniziativa del deputato Pd Marco Furfaro, infatti, prevede anche per chi non ha una residenza anagrafica di potersi iscrivere alle liste degli assistiti delle Asl. «il mio ringraziamento» osserva Furfaro «ci tengo a dirlo va ad Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di Strada che per primo si è battuto per questa norma».
Non servirà solo agli homeless
Quello che si prospetta è un vero e proprio cambiamento, quando la proposta normativa che passa ora al Senato sarà definitivamente approvata. «In Italia per avere un medico di base dal 1978 serve la residenza», ricorda Furfaro. «Ma non solo gli homeless non ce l’hanno. Penso anche ai padri di famiglia che dopo la separazione vivono in auto, oppure a una donna che fugge da una violenza e viene accolta da un’amica che vive in una casa popolare e non può avere la residenza. Parliamo di decine di migliaia di persone. Ecco tutte queste persone se hanno qualche problema hanno solo il pronto soccorso»
Sperimentazione al via da gennaio 2025
La norma prevede un fondo per finanziare la sperimentazione nei primi due anni nelle 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia), il finanziamento previsto per ciascun anno è di un milione di euro. «La sperimentazione partirà a gennaio 2025», precisa Furfaro. Che aggiunge «a ben guardare lo Stato ci guadagnerà perché ogni entrata in pronto soccorso costa 400 euro, mentre la spesa per il medico di base è di 80 euro lordi l’anno».
Un altro particolare previsto nelle “Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora” continua Furfaro «è il coinvolgimento degli enti del Terzo settore previsto fin dalla Conferenza Stato Regioni ed è fondamentale».
Vista l’approvazione all’unanimità alla Camera ci sono buone prospettive perché il Senato l’approvi rapidamente. Quella passata alla Camera il 25 giugno è del resto una legge che va nella direzione della prevenzione a vantaggio della salute.
Il commento di Cittadinanzattiva
«La proposta di legge approvata ieri sera è un passo in avanti importante verso il sistema universalistico in cui crediamo e su cui si fonda il nostro Servizio sanitario nazionale, e ci rende particolarmente orgogliosi perché recepisce la richiesta di garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili – svincolandola dalla residenza anagrafica e dalla regolarità di soggiorno – che avevamo avanzato attraverso la nostra Carta civica della salute globale. Allo stesso tempo è la dimostrazione che il concetto di inclusione è praticabile attraverso politiche pubbliche che nella concretezza rendano esigibili i diritti, a cominciare da quello alla salute, unico diritto ad essere indicato come “fondamentale” dalla nostra Costituzione», dichiara Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva.
«Grazie a questa norma appena approvata alla Camera, si punta a garantire un diritto e la dignità a migliaia di persone che, proprio in conseguenza delle precarie condizioni di vita, hanno spesso importanti problemi di salute fisica o mentale. Ora ci auguriamo una rapida e altrettanto unanime approvazione al Senato», conclude Moccia.
Aggiornamento delle ore 14
In apertura un’immagine di un’Unità di Strada di Progetto Arca a Milano – foto da ufficio stampa
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