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Non è solo per ricchi: il debunking del testamento solidale
Un'indagine realizzata dal Comitato Testamento Solidale tra 500 notai mostra che 7 volte su 10 il testamento solidale è inferiore ai 50mila euro e 3 volte su 10 addirittura sotto i 20mila euro. Un gesto per tutti, non solo per chi ha grandi patrimoni. Una puntata del podcast "La mia eredità", realizzata insieme ai notai, è dedicata a smontare alcuni falsi miti sul testamento solidale
«Anche se a 93 anni sto bene, so che sto giocando i tempi supplementari»: a 93 anni Warren Buffet ha scritto così in una lettera agli azionisti della sua Berkshire Hathaway di cui è ancora presidente e amministratore delegato. È stato un grande filantropo di dimensioni gigantesche, ma ora ha deciso di fare un passo ulteriore: al momento della sua morte, destinerà la gran parte dei suoi beni a finalità solidali. Di comune accordo con i figli, ha deciso di lasciare in beneficenza il 99% del suo patrimonio. I tre figli saranno gli esecutori di questa scelta, a capo di un fondo di beneficenza dedicato di cui è stata già stabilita la durata: 10 anni dalla morte.
Quello di inserire un lascito solidale nelle proprie ultime volontà è un trend in crescita. Nonostante le grandi crisi che la nostra epoca sta attraversando, gli italiani continuano a scegliere la strada della generosità post mortem. Lo certifica la ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato su un campione di oltre 500 notai, con l’obiettivo di indagare quale sia il percepito dei custodi per eccellenza delle ultime volontà rispetto al trend dei lasciti solidali in Italia. Del Comitato Testamento Solidale fanno attualmente parte 27 organizzazioni non profit.
Il fact checking sul testamento solidale
«Le storie come quella di Buffet attirano, fanno versare fiumi di inchiostro: ma la vera onda di bene è fatta di gesti, azioni, lasciti, molto più piccoli. Possiamo essere tutti filantropi in vita oppure scoprire di volerlo diventare quando ci avviciniamo a giocare “i tempi supplementari”, per dirtela alla Buffett»: così racconta Francesco Facchini nel podcast “La mia eredità”.
“La mia eredità” è il podcast realizzato da VITA in collaborazione con il Comitato Testamento Solidale per scoprire come puoi lasciare il segno, anche quando non ci sarai più. Il testamento solidale è il gesto con cui ciascuno di noi può continuare a sostenere i valori in cui crede, anche oltre la morte. È il gesto di chi sceglie di fare la propria parte per consegnare un futuro migliore alle nuove generazioni. È il gesto alla portata di tutti, per fare qualcosa di grande. Non è solo per chi ha grandi patrimoni o per chi non ha eredi: è l’ultima parola, che non chiude ma rilancia.
20mila euro, donazione media
I dati che emergono dalla survey confermano come un lascito solidale non sia appannaggio esclusivo di persone particolarmente abbienti: sebbene per il 45% dei notai intervistati chi predispone un lascito solidale abbia effettivamente un patrimonio piuttosto consistente, per la maggioranza – il 46,1% del campione – coloro che decidono di lasciare parte della propria eredità ad una causa benefica dispongono di un patrimonio nella media, frutto di una normale vita lavorativa.
A riprova che non si tratta di una scelta possibile solo ai milionari, i notai portano il valore del lascito solidale medio: si attesta su cifre inferiori ai 20mila euro per il 31,8% degli intervistati e per il 36,8% si tratta di un lascito tra i 21 e i 50mila euro. Per 7 notai su 10, insomma, il valore medio di un lascito è inferiore a 50mila euro. Solo in un caso su cinque (21,3% dei notai) il lascito medio è tra i 51 e i 10 mila euro, mentre sale a oltre 100mila euro solo per il 10% del campione. I lasciti di sostanziose entità sono quindi l’eccezione, non la regola.
«L’indagine che abbiamo promosso insieme al Consiglio Nazionale del Notariato ci racconta il punto di vista dei notai, custodi per eccellenza delle ultime volontà degli italiani», commenta Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro. «I dati emersi ci parlano di un fenomeno che resta costante o in leggero aumento e testimoniano come l’opera di informazione e sensibilizzazione che da oltre dieci anni portiamo avanti con il Comitato Testamento Solidale stia dando i risultati sperati, nonostante il lavoro da compiere sia ancora tanto». Rispetto alla tipologia di beni donati, per il 74% dei notai intervistati il lascito contempla somme di denaro, seguite dai beni immobili (24,7% degli intervistati). Seguono pezzi d’arte (26,4%), gioielli (24%) e i mobili di pregio (13%).
Nell’episodio 3 del podcast “La mia eredità” Emanuela Di Pietro, presidente del Comitato Testamento Solidale, spiega chiaramente la questione: «Il lascito solidale non è un qualcosa che riguarda solo i Paperon de’ Paperoni. Negli anni questo è un tabù su cui ha lavorato molto il Comitato Testamento Solidale, perché ancora oggi, a dir la verità, molte persone associano il termine lascito solidale a grandi patrimoni. Ma così non è. Ce lo dice l’esperienza, perché tutte le associazioni che fanno parte del Comitato Testamento Solidale possono testimoniare come molte persone fanno dei lasciti anche piccoli, alla portata di tutti. Questo è importante, il testamento solidale – come qualsiasi tipo di donazione – è un gesto che è alla portata di tutti».
Ancora oggi molte persone associano il termine lascito solidale ai grandi patrimoni. Ma così non è. Tutte le associazioni che fanno parte del Comitato Testamento Solidale possono testimoniare come molte persone fanno dei lasciti anche piccoli, alla portata di tutti
Emanuela Di Pietro, presidente del Comitato Testamento Solidale
Cresce l’interesse sotto i 50 anni
L’età di chi pensa e si informa sul lascito solidale resta alta e lo confermano anche i notai: per l’87,6% a chiedere informazioni sul tema sono perlopiù gli over60. Ma su questo fronte sembrerebbe delinearsi un primo cambiamento: anche sulla spinta degli undici anni di campagne di comunicazione del Comitato Testamento Solidale, per il 12,3% degli intervistati comincia a crescere l’interesse fra le persone sotto i 60 anni o ancora più giovani.
Dal 2016 ad oggi secondo il 73,8% dei notai la predisposizione degli italiani verso un lascito solidale non ha subìto alterazioni, mentre il 19,5% del campione che dichiara di aver notato una crescita (costante negli anni per l’11,3% e relativa al dopo la pandemia per l’8,2%). Solo il 6,7% del campione rileva una diminuzione della propensione.
E i figli?
Dalla survey emerge con chiarezza la volontà dei donatori di tutelare gli eredi legittimi: il 60,8% dei notai intervistati, infatti, afferma che l’informazione che più di frequente viene richiesta da chi sta pensando al lascito solidale riguarda proprio i diritti dei familiari. Seguono le informazioni sui soggetti destinatari della donazione (per il 22,9% degli intervistati) e sull’oggetto della donazione (per il 13,9%).
«Questi numeri dimostrano che la partecipazione degli italiani alle cause sociali è in costante aumento, ma soprattutto che non è ad esclusivo appannaggio delle persone più abbienti», ha dichiarato Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del Notariato con delega al Notariato per il sociale. «In questo contesto il ruolo del notaio resta di fondamentale importanza, nell’orientare quei cittadini che decidono di donare, tramite lasciti testamentari, anche solo una piccola parte della propria eredità, assicurando loro, con l’adeguata assistenza e informazione, di poterlo fare nel rispetto della legge, senza ledere i diritti dei propri familiari».
Il nostro legislatore prevede una categoria di soggetti che deve ricevere necessariamente una quota di eredità. Tutto ciò che non è attribuito dalla legge a questi soggetti si chiama quota disponibile, che è la parte del mio patrimonio che può essere – volendo – liberamente disposta
Andrea Fiorelli Bertoli
Nella puntata 3 del podcast, strutturata come un vero e proprio debunking dei falsi miti sul testamento solidale grazie all’esperienza della notaia Fiocchi e del notaio Andrea Fiorelli Bertoli, ecco che anche questo punto importante viene chiarito: «Il nostro legislatore prevede una categoria di soggetti che deve ricevere necessariamente una quota di eredità. Una parte del valore del mio patrimonio deve essere assegnata in sede di successione a determinati soggetti: il coniuge, i figli e in loro mancanza, gli ascendenti. Loro hanno diritto a una quota di eredità, quindi una quota del proprio patrimonio che si chiama quota di legittima o quota di riserva. Tutto ciò che non è attribuito dalla legge a questi soggetti si chiama quota disponibile, che è la parte del mio patrimonio che può essere – volendo – liberamente disposta».
Se vuoi saperne di più, ascolta il podcast La mia eredità o vai su testamentosolidale.org: trovi una panoramica sulle iniziative realizzate dalle associazioni che aderiscono al Comitato Testamento Solidale e la Guida ai lasciti solidali.
Foto di David Nitschke su Unsplash
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