Famiglia
“Accompagnarli sino alladolescenza”
Parlano le associazioni impegnate.
Le associazioni programmano l?accoglienza dei bambini di Cernobyl ogni anno presentando un progetto di accoglienza al Comitato per i minori stranieri coordinato dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Questo organo ha il compito di verificare la serietà dell?iniziativa e il suo nulla osta è valutato dalle ambasciate sovietiche. In Bielorussia e in Ucraina ci sono poi delle agenzie locali o internazionali, come la fondazione Help for Children Cernobyl e L?albero della vita, con il non facile compito di scegliere i bambini. Per il 90% la scelta cade su orfani che vivono in istituto, mentre gli altri appartengono a famiglie disagiate.
Diversi sono modi e tempi di accoglienza. Ci sono associazioni infatti che preferiscono instaurare con il bambino un legame continuo con un paio di soggiorni all?anno per più anni, mentre c?è chi porta in Italia solo chi non c?è mai stato. La ong Anpass Solidarietà internazionale conta una ventina di gruppi di accoglienza che ogni anno portano in Italia 3mila piccoli. “Se il bambino è orfano può essere ospitato all?estero per 150 giorni, negli altri casi il periodo massimo è di 90 giorni per anno. è possibile così per le famiglie ospiti accompagnare il ragazzo sino all?adolescenza e abbiamo visto che l?orientamento dei nostri associati è di accogliere bambini per alcuni anni”, spiega il responsabile del progetto Cernobyl, Gianmario Caligaris.
Di diverso avviso Legambiente. “Il nostro intervento si ispira a un criterio di temporaneo supporto, non sono affidamenti o adozioni, e va rispettata l?identità familiare e nazionale di origine”, sostiene Angelo Gentili della segretaria di Legambiente che sottolinea “l?aspetto collettivo del soggiorno, fatto di momenti che garantiscono la socializzazione tra il gruppo dei bambini e un adeguato inserimento in un contesto di vita estraneo”. I gruppi Legambiente che ospitano ogni anno bambini diversi, solitamente durante il mese di agosto, l?anno scorso sono stati 93.
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