Mondo

Iraq: famigliari 6 caduti inglesi denunciano il governo

Secondo le famiglie dei soldati, il massacro dei loro cari “si poteva evitare"

di Gabriella Meroni

Denunciare il ministero della Difesa per omicidio colposo, per inchiodare i responsabili alle proprie responsabilita. E’ quanto hanno deciso di fare le famiglie dei sei ragazzi inglesi, i ”berretti rossi” morti in Iraq il 24 giugno: a due mesi dalla fine della guerra sono stati sgozzati mentre difendevano una postazione a 150 chilometri a nord di Bassora. Fu un massacro che si poteva evitare, frutto di una serie di errori grossolani, affermano i parenti dei sei giovani, rovesciando accuse di tradimento e falsita’ sull’Esercito britannico che ha rifiutato di farli assistere all’inchiesta militare. ”Portarli in un’aula di giustizia era l’ultima cosa che pensavamo di dover fare -dice al ‘Mirror’ Tony Hamilton-Jewell, fratello di uno dei sei caduti a Majar al-Kabir- ma per ottenere la verita’ non ci resta altro che citarli in giudizio. L’Esercito ci ha tagliati fuori, ma noi abbiamo il diritto di sapere. Ci hanno mentito. Ora siamo convinti che lasciare l’inchiesta soltanto ai militari non portera’ a scoprire i colpevoli. E’ una vergogna arrivare a tanto, ma la colpa e’ dell’Esercito”.


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