Teatro

Cantiere Odissea, 7 giovani autrici e autori in cerca dell’anima di Milano

Sette giovani autrici e autori guidati da Angela Dematté, hanno battuto i marciapiedi del Municipio 4 di Milano, da Forlanini a Corvetto, da Porta Romana a Calvairate incontrato diverse realtà. Quegli incontri, volti, storie sono diventate racconti che ora, dal 25 giugno vanno in scena. Una rassegna imperdibile

di Riccardo Bonacina

«Che un teatro decida di investire energie produttive in un progetto di sperimentazione drammaturgica e per di più nel tentativo di raccontare le storie del territorio in cui vive è cosa non solo importante ma anche significativa dell’identità che quel teatro sta cercando di costruire», giustamente, chiosa così Angela Dematté, drammaturga e attrice, il percorso da lei coordinato e guidato con grande attenzione, lena e generosità, intitolato “Cantiere Odissea” promosso da Teatro Oscar-Desidera e Associazione InAtto. Un’identità, quella del più recente spazio teatrale milanese diretto da Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi, che si caratterizza proprio per quel suo essere sin dall’inizio aperta ai giovani, per la sua capacità di coinvolgerli e lanciarli sino ad affidargli le redini delle attività.

Come ogni drammaturgia anche “Cantiere Odissea” che mira a dar voce e parole alle tante esperienze e luoghi del Municipio 4 di Milano, si è svolto in diversi atti.

Atto primo

Il primo atto è quella della conoscenza e dell’incontro con le realtà del territorio, incontro e conoscenza che, come ha scritto Luca Doninelli, è necessario per cercare l’anima di Milano, il suo cuore “sparpagliato”, canterebbe Zucchero. Oppure un viaggio che aiuti a capire, più radicalmente, se Milano è ancora una casa. Ho partecipato a buona parte di quel percorso iniziale in cui la carovana delle 7 giovani autrici e autori hanno battuto i marciapiedi del Municipio 4, da Forlanini a Corvetto, da Porta Romana a Calvairate incontrato diverse realtà: il Nocetum (nella foto) con la sua esperienza di accoglienza e di cura del creato, la cooperativa sociale La strada impegnata sul fronte dei ragazzi più complicati, le suorine della Carità dell’Assunzione di via Martinengo infermiere di quartiere e ogni giorno accanto ai più poveri, l’incontro con Simone Feder angelo dei ragazzi del boschetto di Rogoredo e con alcuni tra loro ora in fase di recupero, come Dylan, l’incontro con Raffaele Vignali, presidente del Conservatorio di Milano, che  spiega in un crocicchio di Santa Giulia tra il vecchio borgo, le case delle cooperative e i fasti tecnologici e globali di Sky e dei nuovi insediamenti, come proprio lì stia per nascere il bosco della musica, progettualità inclusiva e sul fronte della musica contemporanea.

Spiega Angela Dematté: «Sono stata chiamata a coordinare un gruppo di 7 giovani autrici e autori che, da marzo in poi, hanno raccolto storie, respirato atmosfere per poi trasfigurare tutto questo in altrettanti testi pulsanti. “Pulsanti” non solo perché scritti in soli due mesi e perché cercano, attraverso l’azione teatrale, di farci guardare diversamente luoghi quotidiani ma soprattutto perché sono pieni dell’energia vitale e bizzarra della giovane età di chi li ha scritti. Pulsanti anche perché toccano solo alcune lettere di quell’articolata tastiera che è il Municipio 4 di Milano. In così poco tempo non potevamo fare diversamente. Impossibile in poco tempo restituire la complessità di quell’insieme di case, strade, abitudini e anime molto diverse tra loro». 

Atto secondo

Il secondo atto di “Cantiere Odissea” è stato quello della scrittura, degli audio scambiati via wathsapp, delle correzioni di tiro suggerite da Angela alle giovani autrici e autori. Poi, ancora, il confronto, qualche volta con le storie reali da cui avevano preso abbrivio, le commozioni e magari le incomprensioni. Alla Sala defli Angeli gestita ormai da un paio d’anni proprio dai giovani del Teatro Oscar, o a casa di Angela, o per le vie da ripercorrere ancora per cercare le location adatte per le messe in scena. Una fase, quella del secondo atto che molto deve a Giacomo Fausti che è anche uno dei giovani autori, e a Gianmarco Bizzarri che firma anche una supervisione registica (dell’amico e collega Fausti).

Ora è tempo del Terzo atto, quello delle mise en place, è ancora Angela Dematté a parlare: «Ogni evento che stiamo costruendo prende il via da una suggestione omerica, di essa si nutre ma non pretende di esaurirla: così “La madre di Ulisse” è la storia di una madre che non lascia veramente partire il figlio e sarà realizzata come una performance itinerante intorno alla stazione di  Rogoredo; “Circe” è un dialogo tra uno zio e un nipote, è un indagine sulla storia di Milano e sul bisogno di amore che spesso è bisogno di oblio e si svolgerà all’interno del bellissimo parco Porto di Mare; “Argo” è il monologo bizzarro e straziante di un cane che attende il padrone e che con lui è vissuto per strada per tanti anni, cercando il benessere di una relazione; “La nutrice” è la memoria di una donna che dall’Ade (sotto la chiesa del Nocetum) ritorna per raccontarci la complessità della “cura” elemento così presente nell’Odissea e per noi contemporanei così difficile da esercitare; “Telemaco” è la storia di una padre e di un figlio, che attinge da vicino alla storia dei tanti Telemaco che ruotano attorno alla piazza Gabrio Rosa; “Penelope” è il flusso interiore di una giovane donna che si accorge di non voler più essere solo una brava, ottima ragazza su cui si può contare ma di voler sperimentare l’altrove, la perdita, l’allontanamento da casa; “Le sirene” è un viaggio itinerante sulla 90-91 in cui il canto delle sirene è fatto dal residuo delle voci rimaste incastrate tra i sedili e le porte della linea che giorno e notte, incessantemente, percorre in tondo l’arteria principale della città».


Quarto atto

Il prossimo atto toccherà a noi, andando alla scoperta dei7 modi di raccontare il Municipio 4 di Milano. Si parte il 25 giugno con “Ulisse, invito al viaggio” di e con Giacomo Poretti nello spazio ex Macello.

Poi, ecco tutti gli appuntamenti:

Circe, di Bianca Montanaro (1 luglio, Parco di Porto di Mare), è un dialogo tra uno zio e un nipote, è un indagine sulla storia di Milano e sul bisogno di amore che spesso è bisogno di oblio e si svolgerà all’interno del bellissimo parco Porto di Mare

La madre di Ulisse, di Matteo Bonfiglioli (3 luglio, Rogoredo FS), è la storia di una madre che non lascia veramente partire il figlio e sarà realizzata come una performance itinerante intorno alla stazione di  Rogoredo

La nutrice, di Giulia Villa (10 luglio, Cascina Nocetum), è la memoria di una donna che dall’Ade (sotto la chiesetta del Nocetum) ritorna per raccontarci la complessità della “cura” elemento così presente nell’Odissea e per noi contemporanei così difficile da esercitare

Il cane Argo, di Silvia Guerrieri (11 luglio, Ex-Macello) è il monologo bizzarro e straziante di un cane che attende il padrone e che con lui è vissuto per strada per tanti anni, cercando il benessere di una relazione

Penelope, di Giulia Asselta (15 luglio, Via Tiraboschi), è il flusso interiore di una giovane donna che si accorge di non voler più essere solo una brava, ottima ragazza su cui si può contare ma di voler sperimentare l’altrove, la perdita, l’allontanamento da casa

Telemaco, di Giacomo Fausti (18 luglio, Spazio Dopo?), è la storia di una padre e di un figlio, che attinge da vicino alla storia dei tanti Telemaco che ruotano attorno alla piazza Gabrio Rosa

Le sirene, di Sebastiano Colaluce (24 luglio, Linea 91), è un viaggio itinerante sulla 90-91 in cui il canto delle sirene è fatto dal residuo delle voci rimaste incastrate tra i sedili e le porte della linea che giorno e notte.

La foto di apertura è di Stefano Pozzi, fornita da Ufficio stampa Teatro Oscar-Desidera

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