Ambiente
Reggio Calabria, sulle pratiche di riuso degli oggetti si costruisce la comunità
La storia di Fare Eco nasce nel 2020, negli anni della pandemia, in particolare sui social network. In principio era una community Facebook. L’idea di aprire un gruppo, “Non si jetta nenti – Non si butta niente”, di scambio di consigli per il riuso degli oggetti domestici è nata da Rossana Melito, oggi presidente dell’associazione. L'obiettivo a lungo termine, già in fase di sviluppo, è la costituzione di una vera e propria rete cittadina che metta insieme diversi attori sociali e che costituisca una filiera virtuosa di riciclo e riuso
L’ambiente è la nostra casa. Lo suggerisce anche l’etimologia: la parola “eco” proviene infatti da oikos, che in greco vuol dire “casa”. Rispettare l’ambiente vuol dire vivere bene e crescere come individui, oltre che come comunità. L’associazione Fare Eco di Reggio Calabria nasce proprio a questo scopo: creare coscienza ecologica e promuovere un uso consapevole delle risorse naturali, partendo dall’educazione ambientale.
La storia di Fare Eco nasce nel 2020, negli anni della pandemia, in particolare sui social network. In principio infatti era una community Facebook. L’idea di aprire un gruppo, “Non si jetta nenti – Non si butta niente”, di scambio di consigli per il riuso degli oggetti domestici è nata da Rossana Melito, oggi presidente dell’associazione. La partecipazione è stata importante sin dall’inizio: in totale sono oggi 25mila gli iscritti. Nel 2022 viene poi registrata l’associazione, che in riva allo Stretto ha portato alcune idee già diffuse in tutta Europa. Tra queste, quella dei repair cafè, luoghi di incontro in cui le persone si aiutano a vicenda per riparare i loro oggetti di uso quotidiano e dargli nuova vita.
Rossana Melito lavora da tempo nel settore del riciclo e ha chiaro che il problema dei rifiuti è una delle grandi sfide del futuro. Stando al rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Ispra del 2023, rispetto al 2021 la produzione di rifiuti è calata dell’1,8%: si tratta di poco più di 29,1 milioni di tonnellate prodotte. Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2022, sono 654 e oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata; non tutte le regioni dispongono ancora di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti. Per quanto riguarda invece il riciclaggio dei rifiuti urbani, il dato si attesta al 49,2%. È in crescita rispetto al precedente anno, ma non ancora sufficienti per raggiungere l’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020, al 65% per il 2030.
La Calabria è una delle regioni italiane che presenta importanti problemi di gestione dei rifiuti. Ed è in questo contesto che la cittadinanza può contribuire fattivamente a diminuire la mole di oggetti da smaltire: imparando a fare anche un po’ da sé, riciclando, riusando e riparando. A patto che ci sia qualcuno disposto ad insegnare come si fa. «Dobbiamo imparare a lavorare sulla prevenzione prima ancora che sullo smaltimento» spiega Melito. «Per raggiungere determinati obiettivi, occorre lavorare sulla riduzione dei rifiuti. Ciascuno di noi ormai è pieno di oggetti, anche le persone socialmente più povere hanno tante cose».
Grazie all’aiuto dei volontari, durante gli appuntamenti del Caffè delle Riparazioni si riparano gli oggetti, dall’elettronica ai tessuti. Oltre a questo, Fare Eco promuove laboratori per il riuso creativo e appuntamenti di scambio gratuito di oggetti. «Sono attività», dice Melito, «che funzionano bene perché a Reggio Calabria mancano luoghi di questo tipo, punti di ritrovo e di raccolta dove portare gli oggetti che non si vogliono più e regalarli ad altri». Ecco perché l’obiettivo a lungo termine dell’associazione, già in fase di sviluppo, è la costituzione di una vera e propria rete cittadina che metta insieme diversi attori sociali e che costituisca una vera e propria filiera virtuosa di riciclo e riuso. Sul sito dell’associazione è già presente una mappa interattiva che raccoglie i profili di diverse attività commerciali e realtà associative attente al riuso e riutilizzo di oggetti e materiali. La mappa è in continuo aggiornamento.
«Il nostro logo», si legge sul sito dell’associazione, «è la sezione del tronco di un albero, un essere vivente potentissimo la cui immagine riproduce l’eco. Per noi rappresenta la natura che conserva all’interno di sé tutti i cerchi, segno dell’età e delle radici da cui proviene, ma al tempo stesso trova il suo spazio nel mondo ed estende i propri limiti sempre di più verso l’esterno. Allo stesso modo, l’associazione Fare Eco è consapevole delle proprie origini e continua a crescere e aprirsi verso l’esterno».
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