Mondo

Pacifisti ai balli elettorali

Intervista a Giuseppe Fioroni, Margherita.

di Ettore Colombo

“Un sì compatto del centrosinistra all?emendamento per la soppressione del finanziamento della missione in Iraq e il non votare l?intero decreto rappresentano non una soluzione di comodo, ma una chiara linea politica”. L?onorevole Giuseppe Fioroni, responsabile delle Politiche della solidarietà per la Margherita, è a dir poco infuriato. Pacifista della prima ora (“Fui l?unico, nell?intero centrosinistra, a votare contro la missione militare in Kosovo, presidente del Consiglio Massimo D?Alema”, ricorda fiero), proveniente dalla tradizione democristiana e popolare che meno guerrafondaia non si può, “non accetto lezioni da nessuno”, dice, “né da chi vuole strumentalizzare il tema della pace in vista delle europee, come succede dentro e fuori i Ds, né dai finti pacifisti che vogliono distribuire le pagelle”.
Vita: Onorevole, non ci si capisce più niente. Cosa farà la Margherita, sull?Iraq?
Giuseppe Fioroni: Partiamo da un dato di fatto. I deputati della Margherita hanno messo più di 50 firme in calce a un documento, da me proposto, che ribadiva il nostro no alla guerra preventiva in Iraq, avallo italiano compreso, e chiedeva l?immediato ritorno in campo dell?Onu insieme a quello di un?Europa che deve tornare ad avere un ruolo autorevole e autonomo, non subalterno agli Usa, come lo ha interpretato il governo Berlusconi nel semestre di presidenza italiana della Ue. Ecco perché voteremo no all?articolo 2 del decreto sulle missioni militari all?estero.
Vita: Ma non è un no secco a tutto il decreto. Perché?
Fioroni: Perché accanto al votare no a questa guerra, in modo motivato, bisogna anche dire un sì alla pace. Questo governo scherza con il fuoco e vuole costringerci a votare contro anche alle altre missioni di pace. Alla festa della Margherita a Lerici organizzai un seminario sulle ?guerre dimenticate?. Mentre noi parliamo muoiono centinaia di persone in Sudan e Congo, non si contano i profughi in Uganda, è ricominciato il massacro ad Haiti. Tra le missioni ci sono anche quelle a Timor Est, in Macedonia e Albania, non solo quella in Iraq. La vita umana si difende non solo ripudiando la guerra, ma anche costruendo la pace. Sulle altre missioni usciremo dall?aula per protestare contro un governo che gioca sulla pelle dei nostri soldati.
Vita: Accuse gravi. Le motivi.
Fioroni: Ricordo che sono mesi che aspetto una risposta del ministro della Difesa a proposito di quali misure di sicurezza siano state adottate per salvaguardare i nostri militari dopo l?attentato a Nassiriya. Vile è il governo che manda i nostri soldati allo sbaraglio senza assisterli adeguatamente e senza riconoscere la natura dei compiti che ha loro affidato. Ma non cerco visibilità mediatica, non mi candido alle europee e non gioco a fare l?antiamericano.
Vita: Con chi ce l?ha, Fioroni?
Fioroni: Con chi specula sul voto sull?Iraq, cercando di imporre ai parlamentari un no per ragioni di tattica politica o per finire sui giornali, anche tra i pacifisti. Ma che pacifisti sono, questi qui, che minacciano schiaffi a chi non vota come vogliono loro e magari non si sono nemmeno mai letti il decreto sulle missioni all?estero dell?Italia?! A questi della pace non gliene importa un fico secco. Mi conforta, per fortuna, la posizione pacata del mondo cattolico, Acli e Agesci in testa, della Cisl e delle principali ong: contrarie alla dottrina e alla pratica della guerra preventiva ma che si pongono, come noi, il problema dell?irresponsabilità di mandar via i soldati dall?Iraq ora. Venir via dall?Iraq all?improvviso, lasciando gli iracheni in balia della violenza e della guerra civile, è criminale come aver fatto la guerra. Dire no alla guerra significa dire sì alla vita. In Iraq e altrove.

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