Cultura

Rivolta: le cause. Una latta di riso made in Usa

Al mercato di Port au Prince costa meno del riso locale. Va avanti così dal 95, quando è iniziato il dumping.

di Carlotta Jesi

Se cercate la causa che ha scatenato la ribellione di Port au Prince, fatevi un giro per il suo mercato e provate a comprare del riso. Scoprirete che quello locale costa più di quello importato dall?estero: 28 gourde a latta, circa 53 centesimi di euro, contro i 25 dei chicchi made in Usa. E questo nonostante il riso locale arrivi dalla vicina Antibonite Valley, un?oasi di fertilità in cui si coltivano 32mila ettari di chicchi di riso. Possibile? La liberalizzazione Sì. Va avanti così dal 1995. Anno in cui, su pressione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, nel nome della liberalizzazione dei mercati Haiti ha abbassato le tasse sulle importazioni di riso dal 35 al 3%. Ritrovandosi letteralmente inondata di riso che gli agricoltori statunitensi potevano permettersi di vendere a prezzi stracciati grazie ai potenti sussidi ricevuti in patria. Una concorrenza sleale, o dumping, che ha avuto effetti disastrosi sull?economia dell?isola. I numeri, raccolti dall?ong Oxfam, parlano chiaro: nel 1985 Haiti produceva 120 tonnellate di riso e ne importava 7mila, dieci anni più tardi la produzione era scesa a 90 mila e l?import a 197mila. La popolazione urbana inizialmente ha beneficiato del riso a basso costo immesso sul mercato, ma quella delle campagne ne è stata immediatamente distrutta. Lo prova l?aumento di haitiani colpiti dall?indigenza perché non riuscivano più a vendere il loro raccolto: secondo la Fao, all?inizio degli anni 80 era povero il 48% degli isolani, nel 1998 il 62.Oggi quella percentuale è salita all?80 e, con tutta probabilità, continuerà a crescere. 1 miliardo a zero Per rendersene conto basta paragonare i sussidi all?agricoltura che gli Stati Uniti e Haiti hanno stanziato nel 2002: rispettivamente, 1 miliardo di dollari giornalieri e zero. A fare le spese di questa liberalizzazione dei mercati a senso unico è gente come Inodil Fils, una delle tante raccoglitrici di riso della Antibonite Valley di cui l?organizzazione non governativa Oxfam ha deciso di raccontare la storia nel suo rapporto Make trade fair, (rendi il commercio giusto) scaricabile dal sito internet www.maketradefair.com. “Inodil lavora dalle 6 di mattina alle 6 di sera, raccoglie il riso due volte l?anno e guadagna appena due dollari al giorno per mantenere una famiglia di dieci persone che, quando può permetterselo, mangia riso americano”. E quando invece non può? Difficile dirlo. A giudicare dalla cronaca degli ultimi giorni, forse la famiglia di Inodil saccheggia i magazzini di cibo del Programma alimentare mondiale dell?Onu, come è accaduto il 23 febbraio a Cap Haitienne. O forse si limita ad appoggiare i ribelli che hanno deciso di rovesciare Aristide.


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