Cultura

Sangue: Italia ultima fra i donatori europei

Lo dimostra il report annuale dell'Avis provinciale di Milano

di Redazione

Nella donazione del sangue, l’Italia va indietro e si attesta quale fanalino di coda tra i paesi europei. Questi dati emergono dai risultati del report annuale di AVIS Comunale di Milano sulla situazione della donazione di sangue, presentati in Prefettura. Sulla base dei dati raccolti nel corso di tutto il 2003, nella sezione AVIS di Milano si e’ registrata una diminuzione di donatori pari al 10,2%, causa di temporanea sospensione dalla donazione di sangue di un numero elevato di donatori. Le unita’ di sangue raccolte, considerato lo stesso arco temporale, sono invece aumentate del 5,7%. ”Il dato relativo al numero di nuovi donatori nel 2003 (-10%) – ha commentato Sergio Casartelli, Presidente di AVIS Comunale di Milano – e’ gravemente negativo perche’ significa che, nonostante l’elevato numero di nuovi donatori, il rapporto con quelli che hanno cessato o che nel corso dell’anno sono stati sospesi per motivi di salute, viaggi all’estero in zone tropicali o malariche, diagnostica invasiva, la moda dei tatuaggi, piercing, ecc, denuncia la perdita anche provvisoria di ben 840 donatori. Inoltre, il ricambio generazionale dei donatori e’ lento per l’Italia e in particolare per Milano che soffre di un grosso svantaggio: ha una popolazione residente che invecchia vertiginosamente. I giovani e le giovani famiglie spesso non reggono i costi della citta’ e si spingono verso un hinterland sempre piu’ periferico”. La piu’ recente metodica di raccolta di sangue di AVIS Milano, denominata ”Multicomponent”, introdotta nel 2001, fa registrare risultati positivi anche se non esaltanti. Si e’ infatti passati dalle 845 procedure nel 2002, alle 972 donazioni nel 2003: un trend di crescita pari a circa il 13%. Alla base delle necessita’ di diffusione di prelievo con tecnica Multicomponent nella sede AVIS di Milano c’e’ – secondo un comunicato della stessa Avis – la dipendenza ancora troppo elevata da parte delle strutture ospedaliere della citta’ di reperimento di donazioni lontano dall’area cittadina, il che comporta tempistiche spesso superiori a quelle richieste per il buon utilizzo degli emocomponenti presso unita’ ospedaliere del calibro di Niguarda, dove praticamente si effettua un trapianto al giorno. In occasione dell’incontro, il Prefetto di Milano, Bruno Ferrante, portavoce delle esigenze della collettivita’ locale, ha rivolto ai cittadini e, in particolar modo alle istituzioni e alle aziende milanesi, un invito a diventare portatori della cultura della donazione di sangue, quale atto di social responsability dovuto a tutta la comunita’ milanese. Il contributo di tutti per raggiungere in tempi brevi l’obiettivo di 15.000/20.000 nuovi donatori milanesi auspicato dal Presidente Sergio Casartelli.


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