Cultura

Umberto Eco: i miei consigli all’opposizione

L' opposizione è una 'minoranza' che deve dialogare con la 'maggioranza' degli elettori, e per farlo deve sapere che il conflitto di interessi non interessa alla maggioranza, sensibile invece al

di Redazione

L’ opposizione e’ una ‘minoranza’ che deve dialogare con la ‘maggioranza’ degli elettori, e per farlo deve sapere che il conflitto di interessi non interessa a questa maggioranza, sensibile invece al suo impoverimento e all’informazione che le viene negata. E’ la ‘ricetta’ di Umberto Eco per l’ opposizione al Governo Berlusconi, cui suggerisce anche un uso calibrato del silenzio, dato che le ”gaffes’ del presidente del Consiglio sono ”apparenti, fatte perche’ c’e’ qualcosa d’altro da coprire” e capaci di allettare il sistema dei media ”come i seni nudi delle divette a Cannes negli anni ’50”. Il semiologo bolognese era stato chiamato, con Sergio Cofferati, Gianfranco Pasquini e Ugo Volli a discutere del libro ”L’opposizione al governo Berlusconi” curato da Francesco Tuccari ed edito da Laterza. ”L’opposizione e’ un movimento vasto – ha detto Eco – ma minoritario, perche’ alle ultime elezioni ha perso. Questa ‘minoranza’ deve imparare a parlare con la ‘maggioranza”. Una parte d’elettorato che, per Eco, ”ha il massimo disinteresse per il conflitto di interessi”. No solo. La ‘maggioranza’ prova anche simpatia per le esternazioni di Berlusconi: ”pensa che i politici siano ladri e che sia morale fregare il fisco – ha detto -. Sanno che essere arrestati da un giudice non e’ una bella esperienza e pensa che i giudici siano persone da evitare”. ”Trovo strano che non abbia ancora attaccato polizia e carabinieri – ha detto caustico il semiologo riferendosi al presidente del Consiglio – ma forse non si puo’ andare contro il maresciallo Rocca e la Arcuri”. Inoltre, per Eco, l’ opposizione deve ricordarsi che in Italia la popolazione e’ fatta di gente vissuta sotto il fascismo, e che la ‘maggioranza’ e’ favorevole, ha aggiunto, ”alla atroce battuta: ‘voterebbe un presidente del Consiglio che non approfitta di un’occasione del genere?”, fatta da Berlusconi a chi lo stava rimproverando di utilizzare una trasmissione di calcio”. Per Eco l’opposizione deve imparare che la ‘maggioranza’ invece e’ sensibile a temi come il suo progressivo impoverimento e l’informazione che le viene negata. Inutile usare Internet per parlare con gli elettori perche’, per Eco, ”raggiunge solo le minoranze colte che hanno il computer”. Servono nuovi mezzi, come ”riempire le citta’ di uomini sandwich – ha proposto – in coppia, con due messaggi: uno che trasmette informazione pratica che interessa il lettore, l’altro che comunica che c’e’ informazione negata”. Ma anche il silenzio puo’ essere uno strumento di comunicazione, perche’ ”non e’ sempre necessario rispondere alle provocazioni e a volte l’assenza vale piu’ della presenza”, ha detto Sergio Cofferati. Per il candidato sindaco del centro sinistra a Bologna quindi si possono disertare certe trasmissioni ”perche’ la politica deve tornare ad un rapporto diretto con la gente, scontando i limiti di chi affronta un apparente Golia con la fionda”. Un silenzio che deve anche tenere conto, per Eco, che ”Berlusconi fa certe uscite perche’ la stampa gli faccia megafono. Fa un raid in una trasmissione sportiva per risultare simpatico. Benissimo l’Annunziata che in quella trasmissione gli risponde. Ma tutto quello che l’opposizione ha poi fatto per protestare ha fatto sapere solo a piu’ gente che il premier aveva partecipato a un dibattito sportivo”. Il sistema dei media dara’ sempre spazio a episodi del genere, ha spiegato il semiologo, perche sono ”come i seni nudi delle divette a Cannes negli ’50: un giornale non poteva uscire senza la foto – ha detto – Berlusconi non mostra il seno, si voltera’ dall’altra parte… e, come Chalie Brown con Lucy, i media ci cascheranno”. Quando insomma Berlusconi attacca la Costituzione l’opposizione deve reagire, ma sui suoi interventi calcistici potrebbe anche, per il semiologo, tacere. Considerando che ”una delle sue tecniche e’ fare le gaffe apparenti, in modo che tutti ne parlino, quando c’e’ qualcosa altro da coprire. L’uscita sul kapo’ e’ venuta fuori infatti mentre in parlamento si discuteva la legge Gasparri”.


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