Famiglia

Io ho 38 anni e so di essere sieropositiva da 13…

Cristina

di Redazione

Io ho 38 anni e so di essere sieropositiva da 13. Oggi mi sento un po? meglio, riesco ad accettare la mia condizione e a conviverci abbastanza tranquillamente. Per me è stato fondamentale, in questo senso, il sostegno psicologico che ho ricevuto dalla Lila .Ho compreso, col tempo, che la discriminazione che subisco nasce proprio dentro di me. Tendo io stessa ad auto-discriminarmi, a negarmi alcune possibilità. Quando ho saputo di essere Hiv positiva, mi sono sentita inferiore, infetta, contagiosa. Ho perso stima in me stessa, mi sono lasciata terrorizzare dal giudizio degli altri; mi sono nascosta. Lavoro in una grande azienda come impiegata. Da tre anni si è sparsa la notizia della mia sieropositività e, da allora, le mie giornate sono molto stressanti. Non so chi sia stato a dirlo agli altri, altrimenti avrei potuto rivolgermi a un avvocato. Ma a che cosa sarebbe servito? Non sono stata licenziata, si sa, non si può licenziare una persona con Hiv senza un altro giustificato motivo. Però alcune colleghe utilizzano il bagno del piano superiore, quando ho un raffreddore mi sembra di essere un?appestata. Solo poche persone mi sono rimaste vicine: pranziamo insieme, e talvolta mi fanno domande sulla mia situazione, anche se con qualche imbarazzo. La direzione non ha mai toccato l?argomento, ma mi sento trattata in maniera diversa rispetto a prima, per me non ci sono più premi, incentivi, promozioni, opportunità di carriera, corsi di formazione. Sbrigo pratiche di routine e muoio di noia ma, nell?atteggiamento del capo, colgo il messaggio: «Puoi ringraziare il cielo se ti offriamo la possibilità di rimanere qui». La discriminazione non è solo quella dei casi eclatanti, delle denunce sensazionalistiche; ci sono anche quelle silenziose che logorano piano piano.

Cristina


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA