Mondo
Elie Wiesel: il muro ha salvato molte vite
Lo scrittore e Nobel per la pace al Corriere: "Quello costruito in Israele non è un muro ma una recinzione per proteggere il Paese dagli attacchi suicidi dei kamikaze"
di Paolo Manzo
”Francamente non riesco a capire tanto rumore per nulla. Quello costruito in Israele non e’ un muro ma una recinzione per proteggere il Paese dagli attacchi suicidi dei kamikaze. Se riesce in questo intento, come’ il caso, la sua funzione, peraltro temporanea, e’ inattaccabile”. Ad affermarlo, in una intervista al ‘Corriere della Sera’ e’ Elie Wiesel, l’autorevole scrittore e premio Nobel per la pace scampato ad Auschwitz che si dice contrario al ‘processo’ iniziato ieri presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja per discutere la legittimita’ del muro costruito da Israele in Cisgiordania. ”Penso che ogni nazione sovrana e ogni governo civile hanno il diritto-dovere di difendere i propri cittadini come meglio possono – spiega Wiesel – non e’ certo compito del tribunale Onu immischiarsi in questa faccenda, ordinando a Israele di non difendere le proprie donne, vecchi e bambini. Forse quel tribunale e’ pronto a proteggere gli innocenti trucidati ogni giorno dai terroristi? Se la risposta e’ si’, allora possiamo parlare di abbattere quel recinto”.
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