Cultura

Ostia transgenica mai. Parola di arcivescovo

Gino Girolomoni parla del contenuto del pane e del vino usati per la celebrazione della Messa.

di Gino Girolomoni

Più di vent?anni orsono, mi ero lamentato che anche i sacerdoti si sarebbero dovuti porre il problema della purezza del pane e del vino per l?eucarestia, ma i miei uditori non capirono di cosa stessi parlando. Da allora il contenuto del pane e del vino usati per la celebrazione della messa sono peggiorati, al punto che potremmo avere particola e vino transgenici. A questa sciagurata possibilità deve aver pensato l?arcivescovo di Genova, Tarcisio Bertone che ha fatto una dichiarazione balsamica per le mie orecchie esclamando: “Un?ostia geneticamente modificata? Pane di grano e vino ricavato dalla vite naturale, questo è quanto ci è stato tramandato ed è previsto”. Se poi, oltre al transgenico, ci ponessimo anche il problema dei residui e degli additivi presenti nelle farine, sarebbe un ulteriore passo verso quella purezza che ritengo necessaria, soprattutto per gli ingredienti chiave nella liturgia. E sarebbe anche una presa di posizione contro la manomissione indiscriminata verso tutte le forme di vita, a salvaguardia della salute del corpo e dello spirito che non si possono separare. O pensiamo ancora che intolleranze, allergie, asma e malattie degenerative non c?entrino nulla con cibo, aria e acqua di cui ci nutriamo? Questi vescovi che una settimana ti consigliano di leggere Dante e un?altra dicono “Ostia transgenica mai!” aiutano a resistere nei tempi tristi che viviamo.


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