Enrico Pianetta: “Gridiamo no a questo genocidio”

La nuvola di polvere rossa sollevata da un convoglio lascia a malapena intravedere sul lato della strada, come ombre, le figure di uomini, donne e bambini incolpevoli comparse di questa martoriata terra africana. Nell?andare verso il Lacor Hospital, abbiamo incrociato gli automezzi del Pam che trasportano generi alimentari nei campi dei rifugiati. Come noi, sono scortati da militari dell?esercito ugandese. Proprio ieri lungo questa strada ci sono stati assalti dei ribelli della Lra, criminali che terrorizzano tutto il Nord del Paese. Rubano, ammazzano, violentano, rapiscono giovani e bambini e li costringono a diventare ribelli e ad ammazzare a loro volta. La popolazione è terrorizzata. Sono oltre un milione e 400mila gli sfollati. Guerra, fame, epidemie e campi profughi: questa è la realtà del Nord Uganda che non dobbiamo negare, non dobbiamo trascurare, non dobbiamo dimenticare. è indispensabile continuare e rafforzare l?aiuto umanitario. Ma la comunità internazionale deve contribuire a risolvere la difficile situazione che si è creata in quelle zone. Il governo ugandese ribadisce la validità dell?opzione militare e non ritiene ormai più utile l?intervento Onu. Però non esclude una mediazione di una parte terza svolta dalla Fondazione Carter o dalla Comunità di Sant?Egidio. Sono convinto che non si possa andare oltre e che questo sia il momento di trovare la soluzione alla tragedia di questo popolo, attraverso il dialogo e la mediazione. Ho visto il campo di Pagak: migliaia di uomini, donne e bambini vivono impauriti senza presente e senza futuro. Ho ancora negli occhi gli sguardi dei bambini che si sono stretti attorno a noi nel campo di Pagak. Quei grandi occhi bianchi nei loro volti neri. Li sento ancora su di me. Non possiamo dire di non conoscerli. Ecco perché bisogna gridare, gridare forte no a questo imminente genocidio.

Sen. Enrico Pianetta (FI) – Presidente Commissione straordinaria diritti umani