Volontariato

Sul caso AirOne è pronto un ricorso alla Corte Ue

Dopo l'episodio della ragazzina disabile cui è stato negato l'imbarco sull'aereo, l'associazione Abc e la Fish invocano l'Alta Corte: ''Si tratta di una palese violazione dei diritti umani che

di Benedetta Verrini

L’episodio della ragazzina disabile cui è stata negata la partenza sul primo volo Alghero-Milano della compagnia AirOne approderà anche in sede europea. L’associazione Abc e la Federazione italiana per il superamento dell’ handicap (Fish) hanno preparato un ricorso alla Corte di giustizia dell’ Ue. ”Si tratta di una palese violazione dei diritti umani che va immediatamente sanata – spiega il presidente nazionale di Fish Pietro Vittorio Barbieri – La difesa di AirOne e’ ancora piu’ vergognosa e denota un approccio alla disabilita’ di tipo compassionevole e segregante, contrario a tutti i principi contenuti negli accordi europei ed internazionali sull’ accessibilita’ dei trasporti aerei, impegni sottoscritti anche da AirOne”. ”Siamo genitori, naturali e adottivi, e possiamo assicurare – denuncia Marco Espa, presidente di Abc Sardegna – che la battaglia piu’ dura e’ proprio quella di non vedere la rete sociale che si spiega per creare occasioni, sostegno e servizi per noi e i nostri figli. L’ atteggiamento prevalente e’: devi viaggiare? Ti faccio un favore. Tolgo la barriera architettonica? Ti faccio un favore. Ti garantisco l’ insegnante di sostegno? Ti faccio un favore. Questa e’ la battaglia piu’ dura – insiste Espa – perche’ e’ anche la piu’ mortificante: tuo figlio e’ sempre un problema…mai una risposta”. Per la prima volta da quando e’ scoppiato il caso, parla Gabriella Serra, la mamma della bimba ”discriminata” e lo fa, precisa, per ”senso civico, come atto estremo di ribellione verso chi nega i diritti fondamentali della persona”. ”Da parte mia – sottolinea – non c’ e’ alcuna volonta’ di suscitare pietismo, ma di affermare un diritto. Come me, tante altre mamme con figli disabili, che non temo definire ‘mamme coraggio’, vengono vessate quotidianamente e spesso la loro reazione e’ di chiusura. Ma io non ci sto: bisogna uscire allo scoperto senza paura, queste umiliazioni vanno denunciate per il bene di tutti”. Gabriella Serra racconta i retroscena e i dettagli della vicenda, spiega che non c’ e’ stata alcuna trattativa con la compagnia aerea: ”Semplicemente mi hanno detto, al momento della prenotazione, che in base ad una direttiva interna, pare emessa il 25 ottobre 2003, sul primo volo non possono essere imbarcati ‘carichi speciali’, come animali, pacchi e i disabili in carrozzella. Pazzesco vero? Ma credetemi, questo e’ quello che mi sono sentita dire. Soltanto in seguito, prendendo ulteriori informazioni, abbiamo saputo che ci sarebbero delle limitazioni di tempo per le operazioni di sbarco a Milano, ma questa non e’ una valida motivazione per negare la partenza a una bambina disabile”. Quel viaggio a Milano, la ragazzina e’ riuscita comunque a farlo: attesa nel capoluogo lombardo per una visita specialistica con un medico statunitense, e’ partita da Cagliari con un volo delle 13.10. ”Ma e’ stato solo grazie alla disponibilita’ e alla sensibilita’ del medico e di altri genitori – sottolinea Gabriella Serra – che hanno acconsentito a spostare l’ orario della visita. Se fosse stato per AirOne…”.


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