Formazione

Piacere, sono io il Fattore sociale

In una grande azienda di information technology è comparso un dirigente con compiti inediti: costruisce e incoraggia l’eticità d’impresa. Si chiama Luca Fattore.

di Carlotta Jesi

Sul suo biglietto da visita c?è scritto Corporate Social Responsibility. E Luca Fattore non si vergogna a dire che questo titolo se l?è inventato. Di sana pianta. Un anno e mezzo fa. Quando ha bussato all?ufficio del direttore delle Risorse Umane di Getronics, la società di information e communication technology che l?aveva da poco assunto come consulente tecnico, armato solo di una presentazione sulle opportunità di business offerte dalla responsabilità sociale di impresa. Presentazione che è piaciuta: della corporate social responsibility, che prima non esisteva in azienda, Fattore è diventato il manager, all?interno della funzione Qualità.
Un lavoro che questo 35enne ingegnere elettronico in abito grigio e cravatta sgargiante, spiega per differenza. “È diverso da quello del sindacalista, perché non garantisco ai dipendenti che non perderanno il lavoro ma li aiuto facendo in modo che l?azienda sia solida, accrescendone il valore. E da quello dell?ufficio legale, perché non mi occupo della legge 626 sulla sicurezza dei lavoratori però mi impegno per il loro benessere”.
Vita: Com?è la giornata tipo di un manager della responsabilità sociale?
Luca Fattore: La mia inizia con un monitoraggio di tutte le novità e degli appuntamenti che riguardano la corporate social responsibility. Il resto della giornata, dipende dagli obiettivi. All?inizio, ho cercato di definire una politica di responsabilità sociale partendo dalle iniziative etiche già presenti in Getronics dalla tradizione di impegno dell?Olivetti. Da questa prima fase, a ottobre 2003, è uscita una dichiarazione di responsabilità sociale dell?azienda. Oggi lavoro alla certificazione SA8000 e cerco di offrire contributi ad altre funzioni aziendali.
Vita: Che tipo di contributi?
Fattore: Raccolgo dati utili alla redazione di un bilancio di sostenibilità. Contatto la direzione relazioni esterne e offro spunti di lavoro. Oppure racconto alla direzione finanza e controllo come Getronics potrebbe essere inserita nei fondi etici. Ma devo lasciare libertà a chi lavora in quelle funzioni.
Vita: Più che da manager, sembra un lavoro da diplomatico…
Fattore: Una struttura che si occupa di responsabilità sociale ha impatto solo se riesce a lavorare a livello trasversale. Per me è difficile perché questo progetto è partito dal basso, da me. Generalmente, a lanciare attività di corporate social responsibility sono il marketing e le relazioni esterne che ci intravedono un buon ritorno di immagine.
Vita: Invece per lei come è nato l?interesse per l?etica applicata al mondo del business?
Fattore: Ho iniziato a lavorare nella direzione tecnica di Fiat Auto e da lì mi sono spostato a quella ambientale. La mia passione per la responsabilità ambientale è nata così. Quando sono entrato in Getronics ho cominciato a pensare se il concetto di responsabilità non potesse essere esteso a 360 gradi e ho iniziato a studiare l?etica. Sono sempre stato interessato a fare qualcosa di utile all?azienda ma anche a quello che le sta intorno.
Vita: Ha una storia di impegno sociale anche fuori dal lavoro?
Fattore: Comincio solo adesso a prendere in considerazione l?idea di fare volontariato. Per me è più importante creare il cambiamento dentro le aziende. Se non è al loro interno che germogliano i principi di responsabilità sociale, come ha dimostrato il caso Parmalat, possiamo chiamare tutti i revisori del mondo ma l?etica resterà un miraggio.
Vita: Si spieghi meglio.
Fattore: Si possono fare certificare i bilanci e imporre severe audit dall?esterno, ma se il management dell?azienda non condivide i principi dell?etica riuscirà sempre a nascondere informazioni e numeri.
Vita: Come ha convinto Getronics a investire sulla responsabilità sociale?
Fattore: Dimostrando che essa serve anche al business. Ho raccolto casi di clienti e di concorrenti, in Italia e all?estero, che dalla corporate social responsibility avevano tratto un vantaggio competitivo. Non era un momento facile per l?azienda: la partenza del mio progetto ha coinciso con l?annuncio di una riorganizzazione che prevedeva 500 esuberi. Ma, allo stesso tempo, c?era un segnale che arrivava dall?esterno: la richiesta, da parte dei nostri clienti, della certificazione SA8000. Puntare sulla responsabilità sociale dà a tutti i 2.200 dipendenti un importante segnale di cambiamento. Fare un comunicato sulla responsabilità sociale quando l?azienda va bene è facile, quando si sta ristrutturando per crescere diventa una sfida.
Vita: L?etica che ha cercato di portare in azienda ha cambiato anche la sua vita?
Fattore: Sì, credo che sia importante essere coerenti. Mi sto avvicinando anche personalmente a temi come l?adozione a distanza e la finanza etica.
Vita: Che consiglio darebbe a un lavoratore che vuole impegnarsi nella responsabilità sociale?
Fattore: Credo che sia sufficiente che ogni persona, in un?azienda, si chieda se può proporre qualcosa che lo appassioni e che faccia crescere l?azienda in termini di valori umani oltre che in termini di business; trovate delle idee, deve avere il coraggio di proporle, e prima o poi sarà ascoltato.

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