Formazione

7,5milioni di italiani preferiscono l’omeopatia

Le cifre sono contenute nel Rapporto sull'omeopatia 2003 presentato oggi alla sala del cenacolo della Camera dei deputati da Omeoindustria. In arrivo una legge

di Redazione

Cresce il numero degli italiani che per curarsi si rivolgono all’omeopatia: ormai sono 7,5 milioni cioe’ 2,5 milioni in piu’ rispetto al 2000 e ben cinque volte di piu’ di quanti erano nel 1992 (un milione e 600 mila secondo l’Istat). Le cifre sono contenute nel Rapporto sull’omeopatia 2003 presentato oggi alla sala del cenacolo della Camera dei deputati da Omeoindustria, l’associazione italiana delle aziende produttrici e distributrici di medicinali omeopatici. Questi ultimi stanno conoscendo ”anche nel nostro Paese un periodo di grande affermazione e sviluppo – ha sostenuto tra l’altro Paolo Lucentini, presidente di Omeoindustria – e il rapporto e’ la testimonianza di un settore che, anche al di la’ delle cifre e delle indagini, sta raggiungendo maturita’ e consapevolezza”. A questo proposito il sottosegretario alla salute, Cesare Cursi, ha ricordato che alla Camera e’ in corso di elaborazione una legge per la disciplina delle medicine non convenzionali, tra le quali appunto l’omeopatia. Il testo unificato, ha sottolineato il relatore alla commissione affari sociali di Montecitorio, Francesco Paolo Lucchese, e’ pronto, e’ stato adottato dalla stessa commissione ed e’ gia’ stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti per il 2 di marzo. Percio’ ”oggi – ha auspicato Cursi – e’ possibile arrivare presto ad un risultato positivo, almeno alla Camera” vista anche la sostanziale unita’ di intenti per arrivare ad un testo condiviso”. Alla presentazione del rapporto omeopatia 2003 erano presenti, fra gli altri, i presidenti della Federazione degli ordini dei medici, Giuseppe Del Barone, e della federazione degli ordini dei farmacisti, Giacomo Leopardi, oltre al relatore alla Camera nella scorsa legislatura, il Verde Paolo Galletti; a testimoniare l’interesse per l’argomento anche la presenza del leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. Il rapporto e’ stato illustrato dal suo curatore, Alessandro De Santis. L’identikit del paziente omeopatico. Il paziente omeopatico tipo e’ una donna tra i 33 e i 44 anni, di cultura medio-alta e residente al nordest e al centro del Paese. In pratica circa il 14% delle donne italiane e il 10% degli uomini, (vale a dire il 13% della popolazione totale) scelgono preferibilmente di curarsi con la medicina omeopatica. Inoltre risulta che il 9,6% dei bambini tra i 3 e i 5 anni vengono curati con l’omeopatia. Circa l’88% di chi l’ha utilizzata dichiara di averne avuto benefici; il 30% di poter curare in questo modo le sindromi dolorose; il 24% anche le patologie acute o croniche. Per il 28% e’ comunque utile per migliorare la qualita’ della vita. Il mercato dell’omeopatia. Se in Italia sono circa 7,5 milioni le persone che ricorrono abitualmente alle cure omeopatiche si stima che siano circa 70 milioni in Europa e 200 milioni nel mondo; I medici italiani che prescrivono farmaci omeopatici sono circa 8000, mentre sono 50 mila in Europa e 150 mila nel mondo; In Italia i farmaci omeopatici sono presenti in quasi tutte le 16 mila farmacie, 8000 delle quali hanno un reparto ”dedicato” in grado di soddisfare subito le richieste piu’ frequenti. Le aziende del settore sono 35 con un fatturato complessivo di 160 milioni di euro (erano 5,2 milioni di euro nel 1982 che corrispondono a 290 milioni di euro in termini di prezzi in farmacia. In Europa il fatturato complessivo ammonta a 700 milioni di euro che arriva a mille in tutto il mondo; gli addetti in Italia sono 1500 circa. I centri pubblici. Sono 48 i servizi omeopatici pubblici attivi nelle aziende sanitarie locali e ospedaliere del nostro Paese. Un segnale ”estremamente significativo” secondo Omeoindustria anche se siamo ancora ben lontani da Francia e Germania dove il riconoscimento e l’integrazione della medicina omeopatica sono avvenuti gia’ da diversi anni (in Francia il servizio sanitario nazionale rimborsa circa il 70% dei rimedi unitari e in Germania piu’ di un quarto). In Italia sono Toscana e Campania le regioni con il maggior numero di servizi omeopatici ”pubblici” (12 per ciascuna) seguite dalla Lombardia (8), dal Lazio (6), Sicilia (3), Veneto, Emilia Romagna e Puglia (2 per ogni regione) e dal Trentino Alto Adige (1). – La sperimentazione. Il rapporto presenta un nuovo protocollo di sperimentazione clinica omeopatica messo a punto secondo i criteri ufficiali della ”medicina delle evidenze” la cui stesura finale si avra’ comunque dopo essere stato sottoposto al confronto con ”i principali esperti del settore”. – Le proposte. Omeoindustria chiede, tra l’altro, la realizzazione di una struttura specifica interna alla nuova ”agenzia italiana del farmaco” Nonche’ l’introduzione del foglietto illustrativo come gia’ accade in molti paesi europei, e una maggiore attenzione alla formazione auspicabilmente a livello universitario in modo che l’insegnamento delle terapie non convenzionali sia affiancato dalla ricerca sia clinica che di base.


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