Leggi

Tv: Governo ottiene fuducia sul Dl Gasparri

E' stato il decimo voto di fiducia ottenuto dal governo in Parlamento quello votato oggi dalla Camera dei Deputati.

di Redazione

Il governo ha ottenuto alla Camera la fiducia sul Dl ‘salvareti’. A Montecitorio i si’ sono stati 328, i no 230. Varato dal consiglio dei ministri il 23 dicembre 2003, dopo il rinvio del ddl Gasparri alle Camere da parte del Presidente Ciampi, il decreto legge salva-reti – che deve essere convertito in legge entro il 27 febbraio – consente a Retequattro di evitare il trasloco su satellite e a Raitre di continuare a raccogliere pubblicita’. In base al provvedimento, l’Autorita’ per le Garanzie nelle comunicazioni e’ chiamata a verificare entro il 30 aprile l’offerta del digitale terrestre, e quindi l’arricchimento del pluralismo, in base a tre parametri: la quota di popolazione coperta dalle nuove reti che (ha specificato il Senato) non puo’ essere inferiore al 50%; la presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; l’effettiva offerta al pubblico di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche. Entro la fine di maggio, l’Autorita’ invia una relazione a governo e Parlamento in cui da’ conto dell’accertamento effettuato sul digitale. In caso di verifica negativa, l’organo di garanzia adotta i provvedimenti indicati dal comma 7 dell’articolo 2 della legge Maccanico: tale disposizione attribuisce appunto all’Autorita’ il potere di adottare i provvedimenti necessari per impedire il formarsi di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo, anche attraverso la dismissione di aziende o di rami d’azienda, da effettuarsi entro un termine non superiore a dodici mesi. Fino a quando l’Autorita’ adotta le sue deliberazioni, Retequattro puo’ continuare a trasmettere in analogico e Raitre a raccogliere pubblicita’. E’ stato il decimo voto di fiducia ottenuto dal governo in Parlamento quello votato oggi dalla Camera dei Deputati. La prima era stata votata il 3 agosto 2001 al Senato e riguardava un maxi-emendamento alla legge Lunardi sulle grandi opere, approvato con 165 si’, 77 no e 3 astenuti. La seconda volta era toccato alla Camera, il 25 ottobre 2001, che aveva votato la fiducia al governo sul decreto per l’ introduzione dell’ euro con 331 si’, 237 no e un astenuto. Il 15 novembre 2001, ancora a Montecitorio il governo aveva ottenuto la fiducia sul decreto per la spesa sanitaria con 318 voti a favore, 221 contrari e un’ astensione. Il 17 aprile 2002, alla Camera, sul decreto per il rientro dei capitali e l’ emersione del lavoro nero (il cosiddetto ‘scudo fiscale’), i voti a favore erano stati stati 330, 237 i no e ancora un solo astenuto. Nell’ estate del 2002 il Governo aveva chiesto la fiducia sia alla Camera sia al Senato sul decreto ‘omnibus’, un contenitore che interveniva in vari settori: dalla crisi dell’auto alla siccita’, dalla spesa farmaceutica alla mini-sanatoria fiscale. A Montecitorio, il 19 luglio, la fiducia passava con 323 si’, 180 no e un astenuto. A Palazzo Madama, il 2 agosto, 163 voti favorevoli e 36 contrari. Per la settima fiducia posta dall’ esecutivo Berlusconi, sull’emendamento del governo alla legge delega ambientale, il Senato si espresse il 14 maggio dello scorso anno, approvando con 152 si’, 116 no, due astenuti. Sette giorni dopo, il 21 maggio, fu la volta del decreto legge riguardante le quote latte, sul quale il governo ottenne a Montecitorio 336 si’, 183 no e un astensione. La nona fiducia chiesta dal governo ha riguardato i tre maxiemendamenti alla Finanziaria 2004. Alla Camera, il 15 dicembre 2003, sul primo ha avuto 327 si’, 222 no e 1 astenuto; il giorno successivo, sul secondo maxiemendamento, 329 si’, 235 voti contrari e un’ astensione; sul terzo 326 si’, 121 no e un astenuto. Infine, oggi, la decima votazione di fiducia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA