Famiglia

Afghanistan, si aggrava la crisi umanitaria

Secondo Kofi Annan povertà e carestia sono desetinate ad aggravarsi e il numero dei profughi (già 1,5 milioni) ad aumentare

di Gabriella Meroni

La crisi umanitaria in Afghanistan – dove gia’ si contano oltre mezzo milione di sfollati e profughi, in cerca di cibo, cure e protezione – peggiorera’ nei prossimi mesi.

Lo prevede il segretario generale dell’Onu Kofi Annan, che invita la comunita’ internazionale a fornire aiuti urgenti a questo Paese, devastato dalla guerra civile e dalla siccita’. ”Ancora una volta, sono costretto a riferire che la situazione in Afghanistan ha continuato a deteriorarsi e che la crisi umanitaria ha raggiunto proporzioni allarmanti”, afferma Annan in un rapporto pubblcato ieri al Palazzo di vetro. ”Peggio ancora, la situazione dovrebbe aggravarsi a causa della probabile intensificazione dei combattimenti e degli effetti persistenti della siccita”, aggiunge il segretario generale.

Dal febbraio 1978 l’Afghanistan e’ in preda alla guerra civile – attualmente la combattono gli integralisti islamici Taleban, che controllano gran parte del Paese, e i miliziani del Fronte del nord, di Ahmad Shah Massud – mentre da tre anni soffre una eccezionale siccita’. Invitando il mondo a intervenire d’urgenza, Annan rileva che, degli almeno 250 milioni di dollari necessari per far fronte alla crisi, i donatori ne hanno forniti solo 85. Negli ultimi mesi – precisa il rapporto – oltre 500.000 persone hanno lasciato le zone rurali per raggiungere la capitale Kabul e citta’ come Herat, Mazar-i-Sharif e Kandahar.
Circa 200.000 afghani hanno cercato rifugio nei Paesi vicini, di cui 170.000 nel confinante Pakistan, che gia’ ospitava 1,2 milioni di profughi afghani. Con la sua carenza di impegno, la comunita’ internazionale ”porta una gran parte di responsabilita’ nella crisi attuale dell’Afghanistan”, afferma Annan, sottolineando che essa dovrebbe ricercare una ”soluzione politica globale” per porre fine al conflitto.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.