Non profit
Segnare senza mura: un gol da cittadini
Cittadinanzattiva ha promosso una campagna di comunicazione che ha visto protagonisti il 7 ed 8 febbraio i calciatori di Serie A.
“Segna, se ci riesci”: già, provate voi a segnare un gol in una porta di calcio completamente murata. Un brutto sogno, un incubo per Vieri, Inzaghi, Totti e compagni. Ma una realtà ?normale? per tutti quei cittadini con disabilità che tuttora non possono praticare alcuna attività sportiva a causa delle tante, troppe barriere che ancora rendono gli impianti sportivi praticabili solo a chi è già un atleta senza alcun tipo di deficit. È forte l?impatto della campagna di comunicazione voluta da Cittadinanzattiva e culminata fra il 7 e l?8 febbraio nella ?scesa in campo? dei calciatori di serie A e B con una maglietta sulla quale è disegnata appunto una porta di calcio murata. È forte il segnale che viene non da un?associazione di persone disabili, ma da un?associazione di tutela del diritto di cittadinanza. È forte il messaggio perché riguarda tutti, e arriva negli stadi, fra la gente che dà spesso per scontato un diritto semplice come quello di andare a vedere la partita di calcio. È un bel modo per far capire come si può rispondere allo stimolo di un anno, il 2004, dedicato all?educazione attraverso lo sport.
Il filo culturale che può collegare l?Anno europeo delle persone con disabilità all?Anno dello sport è evidente, ma è ancora una questione troppo da addetti ai lavori. La conferenza stampa romana di presentazione dell?evento era di notevole interesse per i suoi contenuti, e la si può leggere nel sito CittadinanzAttiva. Ma l?impatto sui media, come sempre, è scarso e volontaristico. Speriamo che Cittadinanzattiva non si stanchi, che non si crei delusione rispetto a un impegno del tutto volontario ma oneroso (una campagna di comunicazione è comunque uno sforzo complesso). È bello, infatti, secondo me, che le magliette in questo caso non siano state abbinate a una raccolta fondi. Si rischia, infatti, la saturazione e l?indifferenza, di fronte alle continue sollecitazioni, un po? ripetitive, di questo genere. “Segna, se ci riesci” è un?altra storia, è un pugno nello stomaco e un ricostituente per il cervello. Di tutti.
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