Cultura

Africa: vescovo Angola, aiutateci c’è bisogno di tutto

L' appello lanciato dal vescovo della diocesi di Lubango nel sud dell' Angola, Zaccaria Kamwenho, in questi giorni a Cosenza

di Redazione

”Aiutateci, abbiamo bisogno di tutto. Da noi si muore di malaria, tubercolosi, aids. Ci sono molti bambini ammalati e che non riusciamo a curare. L’ aspettativa di vita non supera i 45 anni e c’ e’ tanta, tantissima poverta’. Basti pensare che i piu’ fortunati vivono con un dollaro al giorno”. E’ l’ appello lanciato dal vescovo della diocesi di Lubango nel sud dell’ Angola, Zaccaria Kamwenho, in questi giorni a Cosenza, per ringraziare, personalmente, l’ associazione ”Spezza il pane” di don Dante Bruno che, attraverso una raccolta di fondi, ha consentito l’ acquisto di un fuoristrada da 13 posti da mettere a disposizione della missione. ”La nostra – ha proseguito il vescovo – e’ una diocesi grandissima e che comprende quattro province, per un totale di duemilioni e mezzo di abitanti. Sono 80 i missionari che vi prestano la loro opera. Di questi 52 sono preti angolani, 32 religiosi missionari, due frati cappuccini, tre suore italiane. Abbiamo necessita’ di costruire scuole, ospedali, pozzi e alloggi per i missionari. La guerra, che si e’ conclusa due anni fa, ha distrutto tutto ed ha determinato l’ insorgenza di grandi epidemie. Non lasciateci soli – ha ribadito il vescovo Kamwenho – la situazione e’ terribile a da soli non ce la facciamo a far fronte alle migliaia e migliaia di richieste di aiuto. Non potete immaginare che cosa si vive laggiu’, quali tensioni, quali drammi, quanta miseria. Guerre, carestia, fame, famiglie distrutte, bambini abbandonati. Manca di tutto: dai medicinali all’ acqua potabile, alle cose piu’ necessarie. Purtroppo anche gli aiuti arrivano con molta difficolta’, tant’ e’ che alcune volte abbiamo dovuto penare molto per venire in possesso della merce inviata alla nostra diocesi. Altre volte, invece, come quando dall’ Italia ci hanno spedito abiti da prima comunione per i bambini, i pacchi non sono mai arrivati. Un grazie va alla Caritas – ha concluso il vescovo di Lubango – perche’ ci e’ vicina”.


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