Buone pratiche

Carlo Messina: «QuBì diventi un modello di welfare nazionale»

Il programma contro la povertà infantile a Milano, promosso da Fondazione Cariplo nel 2017 e fortemente voluto da Giuseppe Guzzetti ha coinvolto oltre 500 non profit della città e raggiunto 53mila beneficiari. Un vero e proprio modello come ha sottolineato il ceo di Intesa Sanpaolo

di Mattia Schieppati

Nonostante i 90 anni e una vita di incarichi e responsabilità di altissimo livello, è un Giuseppe Guzzetti sul filo della commozione quello che non ha voluto mancare all’appuntamento e ha aperto in collegamento l’evento che ieri, giovedì 6 giugno, a Milano, negli spazi del Meet, ha presentato i risultati di QuBì – La ricetta contro la povertà infantile a Milano, il programma promosso da Fondazione Cariplo nel 2017 – su impulso proprio di Guzzetti, allora presidente – e che in sei anni di attività ha raggiunto quasi 53mila beneficiari (minori e famiglie in difficoltà) e coinvolto oltre 500 non profit della città.

L’intervento di Giuseppe Guzzetti in video collegamento

«Di fronte a un problema come la povertà infantile, a un bambino che non ha un cibo sano e che non può comprarsi l’astuccio per andare a scuola, come possiamo non sentirci responsabili?  Non possiamo girarci dall’altra parte, dobbiamo dire che c’è un problema, e che questo problema va affrontato e va risolto. Non ci si può fermare di fronte al fatto che progetti così costino tanto. Se il progetto è valido i soldi li trovi. E quel che raccontiamo oggi, dopo sei anni, è che QuBì è stato ed è un progetto valido. È un’esperienza milanese che deve diventare esperienza nazionale».

I partner che hanno sposato il progetto

Le parole di Guzzetti rendono ragione di quel che le centinaia di operatori e volontari, molti presenti con le loro storie ed esperienze alla mattinata di evento, hanno fatto e costruito in questi anni, grazie al supporto, oltre che di Fondazione Cariplo, degli altri partner che da subito hanno sposato il progetto: Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Fiera Milano, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e Fondazione Snam con la collaborazione attiva del Comune di Milano.
Un impegno complessivo di quasi 27 milioni di euro tradotti in progetti e interventi sviluppati attraverso 23 reti di realtà non profit territoriali, attive in 25 quartieri della città.


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Welfare di precisione

QuBì in questi anni, proprio attraverso il lavoro delle reti di quartiere, ha sperimentato un modello di welfare innovativo: oggi, questo lavoro di prossimità, grazie al percorso di co-programmazione e co-progettazione che è stato realizzato dal Comune di Milano con le organizzazioni non profit del territorio, diventa una politica della città.

Come ha sintetizzato Giovanni Azzone, presidente Fondazione Cariplo, «metodo e cuore: questo è QuBì. L’analisi approfondita dei dati ha messo in evidenza le peculiari necessità dei nuclei famigliari, che vivono nei quartieri di Milano; per questi, grazie al cuore e alla passione, centinaia di organizzazioni e migliaia di persone si sono impegnate per portare aiuto ad altre persone in difficoltà, in particolare migliaia di bambini. Il tutto coadiuvato dalle istituzioni locali e dal grande apporto dei partners, Intesa Sanpaolo e Fondazione Vismara, innanzitutto; ma il ringraziamento va a tantissime realtà, profit e non profit, e a coloro che in diverso modo hanno contribuito a realizzare un’iniziativa unica, nel suo genere. Già ai tempi dei suoi esordi si avvicinava molto a quello che oggi chiamiamo welfare di precisione. Ora si apre una nuova fase che guarda al futuro; ma sulla base di questa esperienza, sono certo che il programma, che ha fondamenta ormai solide, porterà nuovi frutti».

Le reti collaborative

Considerazioni condivise da Paolo Morerio, presidente Fondazione Peppino Vismara, che aggiunge: «Il Programma QuBì è stato un’opportunità di sperimentazione e innovazione sia per le Fondazioni proponenti sia per gli enti beneficiari. Gli interventi congiunti delle Fondazioni sono serviti non solo per alleviare le difficoltà delle persone che sono state beneficiarie degli interventi, ma anche a creare reti collaborative sul territorio tra enti del Terzo settore con diverse dimensioni, competenze e storie, i quali hanno reso possibile la concretizzazione delle risposte da dare alle persone in difficoltà. La straordinarietà degli obiettivi, del metodo di lavoro e del tempo storico attraversato dal progetto hanno trovato le Fondazioni e gli enti del Terzo settore pronti ad esprimere uno sforzo straordinario. Un equilibrio non sempre semplice, ma reso possibile grazie allo sviluppo di una comune responsabilità nei confronti delle azioni, svolte in forma collaborativa e mai competitiva, per il raggiungimento di obiettivi condivisi».

Un modello di intervento

Come è stato più volte ribadito durante la mattinata, QuBì non è solo un Programma che si è concluso, ma è stato la messa a terra – concreta ed efficace – di un modello di intervento che ha tutte le carte in regola per essere replicabile. «QuBì oggi è una infrastruttura sociale della città», dice Lamberto Bertolè, assessore Welfare e Salute del Comune di Milano: “QuBì non può che continuare, primo perché le cose che funzionano non vanno disperse, poi perché rappresenta esattamente il modello di come noi come amministrazione vogliamo trasformare il modello di welfare della città. È uno strumento che ci accompagnerà anche nei prossimi anni per immaginare politiche sociali sempre più vicine ai cittadini e alle cittadine e risposte sempre più aderenti ai loro bisogni».

Un momento dell’incontro da sx Azzone, Moreiro e Messina

Un progetto da portare a livello nazionale

Un rilancio che assume un significato forte nelle parole di Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, da subito convito, «già dopo la prima chiacchierata con l’avvocato Guzzetti», dice, «di metterci – come Gruppo e come impegno personale – a disposizione di QuBì».
«Intesa Sanpaolo», scandisce con convinzione Messina, «garantisce il suo supporto per fare in modo che questo progetto venga trasferito in tutti i luoghi dove c’è povertà infantile. Colgo l’invito, maturato questa mattina, per fare in modo di estendere a livello nazionale il progetto di Fondazione Cariplo. Intesa Sanpaolo farà la propria parte non solo per quanto riguarda il sostegno economico, ma anche per portare questo modello ai vari tavoli istituzionali, al Governo così come sui territori, alle amministrazioni comunali». 

A questo link il volume speciale realizzato da Vita che racconta l’esperienza del modello QuBì

Nell’immagine in apertura da sx Paolo Moreiro e Carlo Messina


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